La 4^ edizione del premio “Beato Luigi Novarese”, promossa annualmente dal CVS di Taranto, si è svolta la sera del 17 maggio 2017 a Monteiasi (Ta), presso la parrocchia s. Giovanni Battista, dove il parroco don Antonio Papagni, aveva convocato il nostro assistente don Cristian Catacchio per tenere una catechesi sulle apparizioni di Fatima. Il luogo prescelto e la data dell’evento, hanno fatto cogliere significative coincidenze, come ha rilevato don Cristian. La chiesa, sua parrocchia di origine, l’ha visto nascere e maturare alla vita di fede, la data, posta nel cuore del mese di maggio dedicato alla Madonna, ha ricordato agli iscritti e ai presenti il 70ᵒ anniversario della fondazione del Centro Volontari della Sofferenza, voluto da mons. Novarese e sorella Myriam Psorulla nel 1947.
Dopo il santo rosario e la celebrazione dell’Eucarestia cui hanno partecipato sia il gruppo proveniente dal CVS di Taranto che quello di Monteiasi, che ha fatto gli onori di casa, don Cristian ha svolto la sua catechesi mettendo in evidenza come i messaggi di Fatima uniti a quelli di Lourdes incentrati sulle richieste di preghiera e penitenza rivolte da Maria ai veggenti, siano stati accolti dal Fondatore quali elementi costitutivi dell’Apostolato, teso a valorizzare il Sofferente e la Sofferenza. Grazie all’opera di mons. Novarese, un carisma innovativo ha irradiato nella Chiesa la consapevolezza della dignità del malato, che diventa evangelizzatore e corredentore quando, unito a Cristo, accetta ed offre il suo sacrificio.
A conclusione dell’incontro, svoltosi in un clima di spiritualità e di fraternità, don Cristian, per le mani della Responsabile diocesana del Centro Volontari della Sofferenza, Rosaria Fabbiano, SOdC, ha consegnato il premio “Beato Luigi Novarese”, alla sig.ra Antonia Palese della parrocchia Spirito Santo, di Taranto.
Tonia, come viene familiarmente chiamata, ha semplicemente assistito nei lunghi anni di malattia il marito Benito, ora tornato alla Casa del Padre, come sposa fedele ed infaticabile, fino alla fine, tenendolo in vita, donandogli tutta la sua dedizione, in spirito di servizio e dimostrando anche adesso, con nuove prove da affrontare, una grande sensibilità per il mondo della sofferenza.
Solo l’aiuto del Signore può operare miracoli del genere: dal dolore accolto e condiviso, scaturisce un esempio di vita cristiana contagioso; dalla debolezza, nasce la forza positiva dell’amore. (Anna Aicale)