Messaggio conclusivo del Responsabile diocesano

Ciò che Gesù nostro Signore e nostro Salvatore ha chiesto per volontà di Dio al beato Luigi Novarese, lo chiede anche a noi oggi qui presenti che concludiamo assieme il percorso della Staffetta della Speranza.

Gesù ci chiede incessantemente in ogni tempo: amatevi come il Padre ha amato me e come io ho amato voi, dandoci esempio dalla croce, soprattutto nel momento della sofferenza, perché è quello il momento di annunciare con la nostra amorevole azione verso chi soffre la venuta del regno di Dio, con la Resurrezione di Gesù che ci ha liberato dal male e dalla morte.

Il beato Luigi Novarese, seguendo l’invito evangelico di Gesù, ci dice: E’ necessaria la nostra presenza vicino al sofferente, con l’attenzione nell’ offrire la miglior cura possibile al corpo e all’anima come ha fatto e insegnato Gesù, sostituendo la solitudine della malattia che vive l’uomo, con l’amore di Dio, che vince la morte concretizzando la risurrezione dell’umanità.

Ed è l’amore che riceviamo da Gesù per grazia di Dio che ci rende capaci di accettare il passaggio della sofferenza nella nostra vita. Ed è l’amore di Dio che ci rivela  che c’è un posto per ogni uomo  preparatogli da nostro Signore Gesù, che ci ha sempre accolto tra le sue braccia, soprattutto nel momento della croce per portarci a vivere la gioia nella tenerezza di Dio nostro Padre per l’eternità. Ecco l’annuncio che  Gesù ci ha donato e che ci invita a rivelare a ogni sofferente che incontriamo!

Il beato Luigi Novarese ha insistito nel ricordarci l’insegnamento di Gesù che amandoci anche nella sofferenza della croce, ci innestiamo nella forza dell’amore di  Dio che ci rende capaci  con il dono dello Spirito Santo di essere apostoli di Gesù anche se sofferenti, svelandolo a ogni altro sofferente che ha bisogno della speranza  donata da Gesù Risorto. (Ciro Gaudiero)

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Il beato Novarese, uno “strumento” formidabile

Vogliamo concludere questo nostro diario della “Staffetta della Speranza”, raccontandovi la giornata conclusiva, per noi della Diocesi di Reggio Emilia una giornata memorabile, la celebrazione della Giornata diocesana del malato con il nostro vescovo Massimo Camisasca alla presenza della reliquia del beato Luigi Novarese.

12 giugno: la giornata si è presentata subito torrida, strade vuote, piazze deserte come quando imperversa nella pianura padana il grande caldo. Quali ammalati, anziani o persone con disabilità avrebbero avuto il coraggio di avventurarsi fuori per partecipare a questa celebrazione prevista alle 16.30? Ma avvicinandomi alla porta della Cattedrale, ho cominciato a notare persone che alla chetichella entravano dalla porta laterale. La grande chiesa al suo interno, era già animata da varie persone in carrozzina e non, che stavano prendendo posizione e dicendo il rosario, all’ingresso un giovane volontario attaccava l’adesivo di riconoscimento a chi desiderava il sacramento dell’Unzione degli infermi. La divise dell’UNITASI e le sciarpine azzurre del CVS erano ben visibili nei primi banchi. La reliquia, le stampelle, accompagnate e custodite da molti, si trovavano in bella vista sui gradini di accesso al presbiterio. I libretti della liturgia, bellissimi con l’immagine del beato Luigi Novarese abbracciato dal papa santo Giovanni Paolo II erano posizionati in bella posa su ogni sedia.

I canti hanno dato inizio alla celebrazione, calda festosa, molto partecipata con molti momenti significativi: la presentazione della reliquia da parte del nostro responsabile Ciro, l’omelia del vescovo, che ha richiamato la preziosità della persona sofferente secondo l’intuizione del beato Novarese, soprattutto l’unzione degli infermi in cui il vescovo e i vari sacerdoti diocesani sono scesi a ungere, benedire e incontrare gli ammalati.

Racconta Rosalba mamma del piccolo Francesco la sera stessa:

“A quest’ora della notte faccio un bilancio delle emozioni che ho provato oggi ma che partono in realtà dal giorno di Tuttisanti di novembre del 2016, giorno in cui mio figlio ha incontrato per la prima volta il beato Luigi Novarese. Da quando lui è entrato nelle nostre vite “Tanto” è cambiato!!(…) tornando ad oggi… un pomeriggio molto caldo (… ) io e Franci arriviamo e non vedendo nessuno dei nostri amici ci siamo messi in ultima fila! con sorpresa veniamo avvicinate da alcune persone attratte dalla tenerezza di questo bimbo con l’’adesivo che identificava una disabilità e lo riconoscono! ormai è famoso! Da qui in poi un tripudio di emozioni che ancora mi hanno bloccato in una condizione di benessere interiore!… leggiamo il libretto, ci abbracciamo, cantiamo (…) la messa procede fino al momento dell’unzione quando arriva un prete con uno sguardo dolce, diretto e gentile che con una tenerezza infinita porge l’unzione pregando! Un profumo divino ci pervade! Franci partecipa seguendo il libretto, ad un certo punto lo osservo mentre canta durante l’unzione: “Il Signore è la mia forza e io spero in Lui, il Signore è il Salvator in Lui confido non ho timor”. Tesoro, dolcezza, piango! (… ) Francesco mi chiede il Pane di Gesù, ci accostiamo alla comunione e lì incontriamo la catechista Lucia. La messa finisce e Franci è tra le braccia di Lucia, incontra il vescovo che si ferma con lui e dopo avermi fatto qualche domanda, ci dà la sua benedizione. Tante persone a me sconosciute mi hanno detto con infinita dolcezza che pregheranno per il mio bambino! Persone che non conosco e che ringrazio! Quante emozioni in questa giornata che aggiungo a tutte le altre… da quando abbiamo conosciuto il beato Novarese! Grazie a Dio che ha scelto tale strumento!

La testimonianza di Rosalba mi apre il cuore ad una riflessione: non limitiamo i doni dello Spirito Santo, lasciamogli la creatività di operare perché se noi non lo ostacoliamo con i nostri eccessivi calcoli e paure, lui opera in modo meraviglioso nella logica dell’amore! E il beato Novarese è stato e rimane uno “strumento” formidabile!

Siamo certi che la pausa estiva porterà nuovi frutti e nuovi percorsi!

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La reliquia del Beato  Novarese: un segno della misericordia del Signore e di Speranza

Alla vigilia della solennità di Pentecoste, un ospite illustre è venuto qui nella mia casa, a Fabbrico: le stampelle del beato Luigi Novarese. Quando sono entrate, una grande emozione e gioia hanno invaso il mio animo. Ho trattenuto le lacrime, un senso di pace ha inondato il mio spirito.

Durante il momento di preghiera mi sono accorta che il Signore era li accanto a me. Ero raccolta in ascolto e ho letto le preghiere come se fossi in chiesa, lì alla presenza di Dio e dei fratelli e sorelle presenti.

Come a Re, quando durante gli Esercizi proclamo la Parola scandendo le parole come un lettore. Un sogno? No, non stavo sognando! Il beato Novarese era venuto a trovarmi.

Ora raccolgo i frutti di quel momento di  Paradiso e spero che anche altre persone abbiano provato la mia gioia. A tutti i Silenziosi Operai della Croce un grazie e il Signore vi benedica! A tutti i disabili un caloroso abbraccio di vera carità e … sempre uniti nella preghiera per curare la tenda interiore, il nostro cuore, tempio dello Spirito Santo, vero Medico. (Alessandra Bonaretti)

 

Sabato 10 giugno, presso il centro di Spiritualità di Marola, situato dentro un bosco di castagni nell’ Appennino emiliano, si è  svolto il ritiro annuale dei ministri Straordinari della Comunione della diocesi di Reggio Emilia. Alla presenza di circa 150 ministri, il biografo del beato Novarese, Mauro Anselmo, ha illustrato il contributo innovativo che Novarese ha portato all’interno della chiesa e della pastorale rivolta al malato, nella cura integrale della persona  sia della dimensione spirituale che  umana.
Di fronte ad una platea attenta e interessata, Anselmo ha tratteggiato cammino spirituale percorso dal giovane Novarese, le associazioni da lui create a servizio del malato, il cammino interiore offerto alla persona sofferente. I presenti si sono mostrati particolarmente interessati alla sua spiritualità e le molte domande che hanno fatto seguito, tratte da esperienze vissute, hanno permesso vari approfondimenti.  Le pubblicazioni portate riguardanti la vita del beato, sono andate a ruba!
La giornata si è conclusa nell’attigua abbazia matildica di s. Maria Assunta, in cui è stata celebrata la s. Messa alla presenza della teca contenente le stampelle. Novarese ha potuto ancora una volta parlare all’ uomo presente che si avvicina con carita all ‘ammalato, offrendo stimoli utilissimi!

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Festa alla “Goccia di Speranza”: arrivano le stampelle del beato Luigi, un sostegno alla nostra fede!

Anche quest’anno a conclusione dell’anno scolastico, è stata organizzata la festa d’estate presso “La Goccia di Speranza”, uno spazio giochi attivo da vari anni nella parrocchia di S. Maurizio, rivolto ai bambini speciali. Si è trattato di una festa super, perché allietata dalla visita del beato Novarese. Cosa fare per accogliere questo amico, anche lui ammalato fin da piccolo?

Secondo lo “stile-Goccia”, familiare e comunicativo, si è pensato di celebrare il suo arrivo con una piccola rappresentazione interattiva, preparata e messa in scena da volontari, genitori e bambini in cui si è raccontata la storia del piccolo Luigi, ammalato, guarito grazie all’aiuto di don Bosco e Maria Ausiliatrice e impegnato a consolare gli altri ammalati.

Lunedì 5 giugno il teatrino parrocchiale era pronto, sedie a cerchio, scenografia essenziale, al centro la teca con le reliquie. Man mano sono arrivati i nostri bambini, qualche amichetto, parenti amici, familiari dei volontari e poi… è iniziata la storia! Man mano che la storia di Luigi si svolgeva i bambini, anche quelli più in difficoltà, si dimostravano attentissimi e partecipando attivamente alle azioni che gli attori in scena proponevano loro: consolare il piccolo Luigi ammalato, pregare Maria Ausiliatrice con Luigi, seguire Luigi nel suo progetto di aiuto ad altri sofferenti.

Alla fine Benedetta (6 anni) ha commentato: “Luigi era molto malato aveva le stampelle ma ha pregato ed è guarito. Poi è diventato un angelo ed è andato a consolare una bambina ammalata”. E il fratellino Matteo ha aggiunto: “Luigi è triste perché non può giocare ma c’è Dio sopra di Lui che lo protegge”. E ha fatto anche un disegno che lo rappresenta. Come sempre i bambini hanno una lettura delle cose veramente profonda!

Guidati dalle stampelle che ci sostengono, siamo poi entrati in chiesa in processione e abbiamo pregato, cantato e suonato con i nostri piccoli strumenti musicali, per lodare Dio buono che ci dà la forza di vivere in pienezza la vita, anche nei momenti di fatica e di dolore, accompagnati da amici speciali come il beato Luigi Novarese.

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Reliquia del beato Luigi Novarese presso la casa della carità di S. Giovanni di Querciola

Nella ” Staffetta della speranza ” con la reliquia del beato Luigi Novarese, una bella accoglienza e testimonianza ci è venuta dalla Casa di Carità di S. Giovanni di Querciola. Le suore della casa, qualche giorno prima, avevano preparato gli ospiti leggendo loro passi della vita del beato; sulla pedana dell’altare era sistemato un angolino con tanti fiori, un cestino coi pensieri di monsignore e davanti alla cappella un tavolo con libretti, preghiere e santini in bell’ordine.

All’arrivo della teca, si è celebrato il rito di accoglienza con “le stampelle della felicità”. Suor Giovanna ha guidato all’organo i canti, mentre il sacerdote ha curato la parte spirituale con pause di riflessione. Cantando il Magnificat, siamo tutti passati davanti alla reliquia; è stato commovente vedere gli ospiti ammalati chinarsi come potevano e toccare o abbracciare le stampelle.

Il giorno seguente i due parroci hanno celebrato la messa solenne di S. Maria Ausuliatrice, passando l’acqua benedetta nelle mani dei presenti, con l’omelia sul carisma e le virtù del beato. Ha fatto seguito l’adorazione in silenzio. La giornata si è conclusa il pomeriggio con la recita del santo rosario, secondo la guida, con cinque momenti di riflessione e invocazione a Gesù e canti di canoni. Quindi partenza della reliquia con grande contentezza e commozione! Grazie monsignore! (Maria Predieri)

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Ultima tappa della Staffetta in Emilia Romagna: Diocesi di Reggio Emilia

Con la celebrazione in cattedrale di oggi 11 giugno in occasione della Giornata diocesana del Malato si conclude la “Staffetta della Speranza” anche nella diocesi di Reggio Emilia, percorso intenso pieno di sorprese e opportunità: porte che si sono spalancate, nuove storie e nuovi volti, vecchi amici rincontrati. Le Stampelle del beato Novarese si sono dimostrate un segno molto eloquente e capace ancora di parlare di sofferenza, di speranza e di fede. Proveremo a descrivere alcune tappe e trasmettere alcune immagini:

  1. Le Case della Carità: questi luoghi di accoglienza e carità sono radicati profondamente nella diocesi di Reggio Emilia perché nati dal cuore amorevole di un sacerdote reggiano, don Mario Prandi, le sedi sono distribuite capillarmente in molte parrocchie della città e della provincia in cui hanno trovato accoglienza persone con varie forme di fragilità. Con la Staffetta della Speranza abbiamo fatto visita a quattro Case della Carità, due in città, una nella bassa reggiana a Novellara, una in montagna a San Giovanni di Querciola.

Vorrei raccontarvi della prima Casa che abbiamo visitato quella di Novellara sia perché è stata la prima uscita ufficiale della nostra reliquia, ma soprattutto per quello che abbiamo incontrato. La scelta di questa casa era stata dettata dal desiderio di includere nel nostro percorso un vecchio iscritto al CVS, Cesare residente nella struttura e impossibilitato a partecipare alle nostre attività. Al nostro arrivo abbiamo trovato la comunità al completo in attesa in cappella, pronta e desiderosa di partecipare al  momento di preghiera proposto. Era li in attesa il parroco don Carlo, le suore, una giovane chitarrista con gli spartiti pronti e tutti gli ospiti. Al di là di ogni nostra aspettativa!

Abbiamo loro insegnato il canto – preghiera “ Fammi Credere” che hanno imparato subito volentieri e con l’introduzione di don Carlo, abbiamo iniziato un momento di preghiera fraterno, partecipato da tutti in cui si coglieva una disponibilità ad accogliere commuovente. Al termine Cesare con voce tremula ha rivelato timidamente alla sua comunità, che non era al corrente della cosa, che lui aveva conosciuto Novarese nel 1961, all’età di 18 anni andando a Re con la diocesi di Modena. Questo ha suscitato stupore e commozione.  PRIMA VIRTU’ INCONTRATA: UMILTA’

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Celebrati in Diocesi i primi cinquant’anni del Centro Volontari della Sofferenza

Dal 7 al 14 maggio il Centro volontari della sofferenza (Cvs) di Cesena- Sarsina ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni di presenza in Diocesi. A me piace pensare che questo sia solo l’inizio, perché c’è ancora tanto mare da navigare.

Per la ricorrenza, in diverse parrocchie del comprensorio e alcuni luoghi di cura, sono state portate in pellegrinaggio, in occasione della staffetta della Speranza, le stampelle del beato Luigi Novarese. Cesena è stata l’ultima Diocesi in cui le stampelle del fondatore hanno fatto tappa, perché stanno viaggiando già da tanti mesi in molte Diocesi dell’Emilia Romagna.

Grazie a queste reliquie, Luigi Novarese era lì, ha toccato le “ferite” di tanti ammalati, proprio come Gesù, ed è stato accolto in tante famiglie colpite dalla sofferenza.

In ogni Diocesi sono giunte le stampelle del giovane Luigi, solitamente custodite nella Casa di Re. Esse ci hanno aiutato a fare memoria della sua malattia, della sua fecondità, del suo messaggio ricco e attuale.

Al passaggio nelle Diocesi sono stati organizzati momenti di preghiera, celebrazioni con i rispettivi vescovi e sacerdoti, testimonianze, appuntamenti di studio, allo scopo di diffondere il messaggio di Speranza del Vangelo perché ogni sofferente si senta amato da Cristo e dalla sua Chiesa in un progetto di cui lui stesso può essere annunciatore: “L’ammalato deve diventare strumento di evangelizzazione, di sostegno del fratello sofferente, deve essere strumento di luce dove vive perché è lui che deve trasformare il suo ambiente” (Luigi Novarese).

La staffetta ha permesso a tante persone di conoscere la figura del nostro fondatore e la sua opera, e ha visto la gioia nei volti di tante persone ammalate e non. Ed è stato bello vedere come le tante persone coinvolte abbiano vissuto questo momento con entusiasmo. Credo che questo “pellegrinaggio” con le stampelle del beato Luigi Novarese, abbia fatto rinascere e crescere in noi e in tanta gente, la sete di apostolato e di evangelizzazione. Adesso sta a noi farci pellegrini e apostoli presso altri ammalati e le persone che incontriamo.

L’11 maggio, giorno in cui si ricorda la beatificazione del beato Novarese, è anche il giorno in cui nel lontano 1967, con un decreto del vescovo Gianfranceschi, nasce il Cvs a Cesena. In questa data, per noi molto significativa, è stato organizzato un convegno pubblico, in cui la persona sofferente ha voluto condividere il valore che porta in sé. Abbiamo cercato di scoprire qual è questo valore che la persona sofferente porta in sé, con l’aiuto di alcune persone.

Il giornalista Mauro Anselmo, prendendo spunto dalla Lettera pastorale del vescovo Douglas Regattieri intitolata “Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta”, ha posto l’accento sul limite che non limita. La fede, tesoro e risorsa per la fragilità, nell’insegnamento del beato Novarese.

Durante il suo intervento il giornalista ha descritto la figura del beato Novarese, facendo emergere quanto sia ancora vivo e attuale il suo messaggio e la sua opera. Il fondatore del Cvs, infatti, sprona i malati a essere soggetti attivi nella Chiesa, imitatori di Cristo, evangelizzatori del mondo. I malati non devono essere tristi e ripiegati su se stessi. Questa apertura fa capire loro che il limite non limita, grazie alla presenza di Gesù risorto. Con Lui e in Lui possono dire come l’apostolo Paolo: “Più sono debole è allora che sono forte”.

Molto toccanti le due testimonianze della serata. Lucia De Blasi ha raccontato la storia della sua famiglia e del figlio disabile. Nelle sue parole e nel suo volto, emerge la gioia del dono che Dio le ha fatto e quanto il figlio, pur nella fragilità e nel limite, sia un maestro di vita per lei, per la sua famiglia e per tutti coloro che incontrano.

Lucia Barigazzi, responsabile regionale del Cvs, ha condiviso con i presenti la sua storia di famiglia, del marito Giorgio deceduto nell’agosto 2015 dopo una lunga malattia e dei suoi tre figli.

Lei dice che il cammino fatto nel Cvs è stato preziosissimo, perché ha permesso loro di dare senso all’esperienza che stavano vivendo e di come Giorgio, se pur ammalato e in carrozzina, vivesse il suo servizio come diacono e catechista che diventava segno di come Dio nella sua opera di missione non abbia bisogno di uomini capaci, ma solo di persone che amino e lo amino fino in fondo.

Desidero concludere questo mio scritto con un interrogativo venuto fuori nel corso del dibattito: oggi abbiamo molti malati invisibili, le cosiddette malattie dello spirito. Cosa avrebbe fatto il beato Luigi Novarese? La risposta che ci siamo dati è questa: lui avrebbe agito come allora, ma nell’oggi. Questo è ciò che siamo chiamati a fare anche noi: agire e andare, mantenendo vivo il suo carisma e la sua opera. (Arianna Paglierani)

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Cambio di testimone, per la staffetta

Le reliquie di monsignor Novarese sono giunte, il 21 aprile u.s., nella parrocchia di Carpena (Fc) dove si sono svolte la celebrazione di accoglienza, un’agape fraterna, la santa messa e l’adorazione eucaristica.
Il giorno seguente, invece, ad accogliere la staffetta è stata la parrocchia di Civitella di Romagna con don Massimo Masini che ha presieduto alla celebrazione di accoglienza e all’adorazione eucaristica. Nella sezione fotografica, alcune foto dei due avvenimenti.

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La staffetta fa tappa a Bussecchio

Già arrivata alla Casa “Nostra Signora di Fatima” dei Silenziosi Operai della Croce, il 19 aprile ha iniziato a visitare le famiglie in cui ci sono persone ammalate e al termine. Molto significativa e partecipata la Celebrazione Eucaristica conclusiva nella parrocchia di Bussecchio.

L’emozione per chi riceve questa visita è grande ed anche chi ha il compito di accompagnare le reliquie agli ammalati si coinvolge nella preghiera e avverte con gioia e responsabilità l’appartenenza all’associazione.

 

Francesco, amico speciale del beato Novarese

Il piccolo Francesco giovedì scorso 13 aprile, giornata in cui la chiesa celebra l’istituzione dell’Eucarestia, ha fatto la sua prima Comunione, ma non era solo, assieme a mamma e papà c’era suo amico, il beato Novarese.

Il feeling tra i due è sorto qualche mese fa quando ad un incontro di catechismo tra le immaginette che avevamo proposto ai bambini, Francesco ha scelto quella del beato Novarese e l’ha osservata con interesse, come catturato, portandosela a casa. Quando con la mamma ha scoperto che Luigi si era prodigato tutta la vita a servizio degli ammalati, ha iniziato a recitare alla sera la preghiera per raccomandargli la sua esistenza e le sue fatiche di bambino speciale. Con determinazione e fiducia Francesco ha seguito tutte le attività e le esperienze proposte in preparazione alla Prima comunione assieme ai suoi compagni e alla vigilia del grande appuntamento, che cosa succede? Il beato Novarese viene a fargli visita.

Per una serie di fortunate “coincidenze” la reliquia scendendo da Parma verso Forlì si è fermata nuovamente 2 giorni a Reggio Emilia mercoledì e giovedì. A quel punto un’idea ha progressivamente preso corpo nella mia mente, un pensiero che si affacciava in modo continuo. Perché non proporre alla mamma di Franci di ospitare la reliquia per il giorno della sua prima comunione? Alla mia proposta la famiglia ha risposta con grande gioia e commozione, ha letto in questa presenza un grande sostegno dall’Alto, manifestatosi in giorno molto speciale; per cui nel primo pomeriggio del giovedì santo, qualche ora prima della celebrazione eucaristica, ho portato nel loro salotto la pensante teca contenente le stampelle. L’ospite inatteso è stato ricevuto con quella gioia e stupore propria di un evento bello e imprevisto. Accompagnati dal beato Novarese, Francesco e i suoi genitori hanno atteso con serenità la celebrazione eucaristica lungamente preparata, poi con Lui hanno dopo festeggiato con gli amici.

Il mattino dopo, compiuta la sua missione di Speranza, il beato Novarese si è mosso verso Forlì. Nuovi incontri e avventure lo aspettano!

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Il beato Luigi Novarese in incognito

Durante l’ultima settimana di marzo la reliquia del Beato Novarese ha sostato per la prima volta a Reggio Emilia, in incognito: Modena aveva concluso il suo percorso ricco e fruttuoso e, aspettando l’arrivo degli amici di Parma che stavano per dare inizio alla loro Staffetta, la teca contenente le stampelle del beato, è stata ospitata qualche giorno nella mia casa.
Il fatto di avere la reliquia a casa mia mi metteva un po’ a disagio perché sapevo di non poterla custodire degnamente in quanto sempre fuori casa.
Ho proposto quindi a Tommaso e Natalina di ospitarla a casa loro; questa coppia di amici ha abbracciato la spiritualità del Centro da molti anni, inoltre Tommaso essendo non vedente, trascorre molto del suo tempo in casa e ho pensato che avrebbe avuto gioia in compagnia del beato Novarese. Naturalmente loro hanno subito accettato felicissimi e se anche la presenza della reliquia non era stata prevista, hanno pensato di diffondere la notizia di aprire la casa a chi volesse conoscere la vita e la spiritualità del nostro Fondatore. Nell’arco di 24 ore hanno organizzato un rosario, un momento di preghiera e il parroco coinvolto gli ha fatto portare in casa Gesù Eucarestia!
Io a causa dei miei soliti problemi di lavoro non sono riuscita a partecipare ma alla sera telefonando ho scoperto che in quella casa erano passate circa 70 persone e che molti avevano pregato lasciando un post it attaccato alla teca che racchiude le stampelle, con preghiere, suppliche e riflessioni. Tutto questo senza che niente fosse stato organizzato!
Benchè in incognito, il beato Novarese diffonde speranza e lascia la sua traccia! (Lucia)

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CVS Modena: Dalle stampelle del Beato nasce una nuova speranza

Ci ritroviamo con il CVS di Modena il 13 marzo nel Santuario della B.V. Del Castello a Fiorano per una della tappe diocesane della staffetta della speranza con la reliquia del B.Novarese

Programmiamo di fare un rosario meditato con brani paolini, pensieri del beato Novares e preghiere litaniche un’ora prima della santa messa celebrata da don Angelo Belloni che accompagna la reliquia in alcune tappe, mentre mons. Verucchi in altre. Il vice rettore del Santuario don Giuseppe Albicini (già Assistente CVS) è preoccupato perché in quel giorno in parrocchia sono stati celebrati due funerali più la santa messa d’orario al mattino e ci sarà perciò pochissima gente. Infatti all’inizio della nostra preghiera non vediamo se non pochi fedeli oltre a noi del CVS, ma man mano che si avvicina l’ora della messa qualcosa incomincia a cambiare: entrano in chiesa gruppi di ragazzi con i loro genitori e tanti altri fedeli fin quasi a riempire i banchi. Don Giuseppe riconosce in quelle persone gli amici e i compagni di scuola di un  ragazzo di 9 anni, Alessio, ammalato di cancro in bocca e operato già diverse volte. Scopriamo che si sono dati appuntamento proprio quel giorno all’insaputa di tutti, per pregare per il loro amico ormai in condizioni disperate. Per noi è un segno della benevolenza del Signore e del beato Luigi Novarese che hanno voluto prendersi cura di questo ragazzo di 9 anni – questo ci ha ricordato anche la malattia del beato proprio a quell’età – ed è stato un motivo in più per riflettere sull’esperienza personale della malattia nel beato Luigi e sulla sua vita segnata dalla malattia e donata ai malati con straordinaria generosità. Abbiamo concluso con una preghiera alla  B.Vergine del Castello e del beato Novarese in cui abbiamo chiesto al Signore la guarigione del caro Alessio. (Angelo Belloni)

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Venerdì 26 gennaio sono venute a casa mia le Stampelle del beato Novarese.

Con Ivana, Livia, Gabriella, Renato e Andrea abbiamo cantato e pregato “Fammi credere Signore” ed è stato molto emozionante: un gruppo d’Avanguardia tra le mura domestiche.

Mia madre, alla vista delle stampelle, commossa ha esclamato: “Non avrei mai pensato che un Beato potesse venire nella mia casa a trovarci!”.

Mi sento molto contenta dentro, perché tanta gente è venuta a pregare e desidererei che le stesse persone venissero anche in chiesa da noi: credo che il sogno con il tempo si possa realizzare. […]

(Alessandra Sori)

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Il 22 gennaio si è verificato un evento di alto valore spirituale che ha interessato la diocesi di Ravenna-Cervia: il pellegrinaggio speciale della reliquia del beato Luigi Novarese, un dono doppiamente importante non solo per via della fede ma anche perché è stato da qui che è iniziato il percorso regionale dell’urna.

Non nascondiamo la profonda commozione quando l’arcivescovo mons. Ghizzoni ha introdotto la cerimonia di accoglienza delle stampelle, arrivate nella parrocchia Santa Maria del Torrione dove è parroco il nostro assistente e dove si è celebrata con tutta la comunità la celebrazione eucaristica. Venerare la reliquia è qualcosa che non è di tutti i giorni. Il pellegrinaggio nelle case degli ammalati è stato intenso e ricco di preghiera. Tante le intenzioni che ognuno di noi ha affidato a mons. Novarese perché dal Cielo ci sostenga e ci aiuti nell’apostolato e nel cammino di santità personale.

Questa staffetta della speranza ha raggiunto poi l’ospedale civile e il piccolo Cottolengo “Santa Teresa del Bambin Gesù” dove la reliquia ha sostato per un momento di preghiera e per la celebrazione eucaristica.

E’ stato un grande dono per tutti gli ammalati e per chi vive accanto a loro: davvero il beato Novarese può parlare al cuore di ciascuno del grande mistero della sofferenza. Ed allora grazie, perché ancora oggi con il suo passaggio tra noi si è reso segno e testimonianza di una vera speranza. (Sabina)

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Nell’ambito della Giornata Mondiale del Malato celebrata lo scorso 11 febbraio, la “Staffetta della speranza” ha fatto sosta a Bologna, nella basilica di San Paolo Maggiore. Proponiamo un video della bella iniziativa realizzata che riprende ampiamente le linee carismatiche del beato Luigi Novarese.

Per far partire il video, clicca qui.

Nel santuario delle Budrie di S. Giovanni in Persiceto nel quale c’è la cappellina oratorio con l’urna (ossa) di S. Clelia Barbieri, le reliquie del beato Novarese hanno sostato dal 1 di febbraio al 10. Poi sono state portate a S. Giovanni in Persiceto nella Collegiata di San Giovanni Battista il giorno 11 febbraio.

In questa giornata il vescovo Verucchi ha parlato ai ragazzi e alle 18,30 ha presieduto la Santa Messa prefestiva dell’ammalato. Durante l’omelia ha ricordato il beato Novarese ai numerosi presenti.

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Ricordiamo che i CVS dell’Emilia Romagna hanno dato inizio alla “Staffetta della Speranza”: già dai prossimi giorni accoglieranno e animeranno il passaggio di una reliquia del beato Luigi Novarese, in occasione dei 70 anni dalla fondazione del Centro Volontari della Sofferenza.

In ogni diocesi giungeranno le stampelle del giovane Luigi, solitamente custodite nella Casa di Re, che ricorderanno la sua esperienza di malattia e la fecondità del suo messaggio ricco ed attuale. Al suo passaggio nelle diocesi verranno organizzati momenti di preghiera, celebrazioni con i rispettivi vescovi, testimonianze, appuntamenti di studio, allo scopo di diffondere il messaggio di Speranza del Vangelo perché ogni sofferente si senta amato da Cristo e dalla sua Chiesa in un progetto di cui lui stesso può essere annunciatore: “L’ammalato deve diventare strumento di evangelizzazione, di sostegno del fratello sofferente, deve essere strumento di luce dove vive perché è lui che deve trasformare il suo ambiente” (Luigi Novarese)

Condivideremo con voi le nostre tappe con i materiali che ci perverranno: foto, testimonianze, pensieri, affinché questa esperienza di Grazia possa estendersi ad ogni cuore. (Consiglio Regionale Emilia Romagna)

Calendario in aggiornamento

Diocesi di Ravenna

Dal 22 al 30 gennaio 2017

CVS Ravenna- Calendario appuntamenti Staffetta della Speranza

22 -29 gennaio 2017

Domenica 22 gennaioParrocchia S. Maria del TorrioneOre 10.00: Momento di preghieraOre 11.00 Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Lorenzo Ghizzoni  e concelebrata dall’assistente diocesano don Paolo Pasini
Lunedì 23 gennaioPorto FuoriMomento di preghiera  nel gruppo di avanguardia
Martedì 24 gennaio Momento di preghiera presso la casa di Sara e Sabina Bartolini, responsabili diocesane.
Mercoledì 25 gennaioMomento di preghiera presso la casa di Sara e Sabinia Bartolini
Giovedì 26 gennaioMomento di preghiera a Fusignano ( Ra) presso iscritti della diocesi di Imola
Venerdì 27 gennaioRoncalceciMomento di preghiera presso la casa di Alessandra Gori
Sabato 28 gennaio Momento di preghiera presso la cappella ospedaliera di s. Maria delle Croci
Domenica 29 gennaioMomento di preghiera presso l’opera di S. Teresa del Bambino Gesù.

Diocesi di Bologna

Dal 1  al 15 febbraio 2017

Diocesi di RImini

Dal 1 al 5 marzo 2017

Diocesi di Modena

8-9 marzo 2017Centro Famiglia di Nazareth- Modena
10 marzo 2017Parrocchia di Formigine
11 marzo 2017Cappella del Policlinico di Modena
12 marzo 2017Cappella del Policlinico di Modena
13 marzo 2017Pieve di Nonantola
14 marzo 2017Parrocchia di san Faustino
15 marzo 2017Santuario di Fiorano
16 Marzo 2017Parrocchia di s. Caterina
17-18 marzo 2017Visita agli ammalati
19 marzo 2017Centro Famiglia di Nazareth- Modena

Diocesi di Forlì

Dal 21 al 30 aprile 2017

Presenza il 4 giugno per la celebrazione di Maria Nanni

Diocesi di Cesena

Dal 7 al 14 maggio 2017

Diocesi di Reggio Emilia

Dal 5 all’11 giugno 2017

11 giugno celebrazione con il vescovo

Diocesi di Imola

26 gennaio

Momento di preghiera a Fusignano (Ra) presso iscritti della diocesi di Imola

Diocesi di Parma

31 marzo, 1-2 aprile 2017

Galleria fotografica – Reggio Emilia

Galleria fotografica – Parrocchia San Giuseppe artigiano a Forlimpopoli (Fc)

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