Solidarietà e aiuto reciproco in perfetto stile “novaresiano”. Questo l’obiettivo del progetto “Mi coltivo” in cui alcuni richiedenti asilo si sono messi a disposizione dell’iniziativa che vede protagoniste persone con disabilità nella realizzazione di un orto sociale.
Succede nel piccolo comune di Volano, in Vallagarina, provincia di Trento. L’iniziativa è portata avanti da Macramè, servizio della Cooperativa Sociale “Villa Maria” sostenuto dalla Comunità della Vallagarina che si occupa della promozione del volontariato per la disabilità e di inclusione sociale con 140 volontari e 105 utenti inseriti nelle diverse attività.
L’obiettivo è quello di arrivare ad un cambiamento positivo nella vita delle persone disabili che vengono coinvolte nell’attività. Il tutto mettendo in sinergia attori di diversa natura.
“Quest’anno – ha spiegato Maurizio Passerini, referente del progetto, al portale online “Il Dolomiti” – abbiamo voluto sperimentare un’attività di agricoltura sociale che consiste nella costruzione di un orto accessibile, biologico ed inclusivo. Accessibile perché è pensato e ideato affinché anche le persone con una disabilità fisica, quindi con carrozzella, possano accedervi a tutte le parti. Biologico perché abbiamo scelto un tipo di cultura che non prevede diserbati e pesticidi. Infine inclusivo perché vorrebbe essere davvero uno spazio di inclusione sociale per qualsiasi persona che vuole intraprendere questa esperienza. Un’attività agricola sperimentale che coinvolge persone con disabilità e volontari in un percorso di creazione di legami di cooperazione e di solidarietà affinché il singolo sia ‘connesso’ al gruppo per conseguire un obiettivo condiviso”. Accanto al lavoro agricolo ci sono poi i laboratori dove ancora una volta tutti partecipano. Si costruiscono casette per gli uccelli, spaventapasseri, ceste per raccogliere la verdura e tanto altro”.