Mancava solo l’ufficialità, ed è arrivata martedì scorso. Paolo VI sarà santo.
Papa Francesco ha infatti autorizzato la promulgazione dei decreti che riconoscono i miracoli rispettivamente attribuiti all’intercessione del beato Paolo VI – la guarigione di una bambina non ancora nata, al quinto mese della gravidanza – e del beato Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di El Salvador ucciso mentre celebrava messa.
«Nella prima metà di maggio è previsto il concistoro durante il quale Papa Francesco annuncerà ai cardinali la data della canonizzazione. È probabile che venga scelta una domenica di ottobre, e che la cerimonia si svolga durante il Sinodo dei vescovi (istituito proprio da Paolo VI come organismo consultivo per aiutare il Pontefice) che sarà dedicato ai giovani», si legge su Vatican Insider.
L’ultimo incontro tra Romero e Paolo VI fu il 21 giugno 1978: «Paolo VI mi ha stretto la mano destra – aveva detto Romero in un’intervista – e l’ha trattenuta a lungo fra le sue due mani e pure io ho stretto con le mie due mani la mano del Papa». «Comprendo il suo difficile lavoro – gli aveva detto Papa Montini – è un lavoro che può essere incompreso e ha bisogno di molta pazienza e fortezza ma vada avanti con coraggio, con pazienza, con forza, con speranza»
Paolo VI si riferiva al duro lavoro dell’arcivescovo Romero, sempre in prima linea in difesa degli ultimi, dei poveri e degli emarginati.
Ricordiamo la vicinanza che papa Paolo VI ha sempre mostrato verso le opere fondate dal beato Luigi Novarese, che aveva conosciuto negli anni in cui era Sostituto della Segreteria di Stato Vaticana.