Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha pubblicato un documento intitolato: «Dare il meglio di sé». Documento sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana.
Come si legge sin dalle prime battute inerenti al senso di tale messaggio “La Chiesa come Popolo di Dio ha un’esperienza ricca e profonda dell’umano e con grande umiltà vuole condividerla e metterla a disposizione di tutto il mondo dello sport. La Chiesa è vicina al mondo dello sport perché desidera contribuire alla costruzione e allo sviluppo di uno sport autentico e orientato alla promozione umana”.
Lo sport appartiene a quelle attività umane dove entrano in gioco variabili che coinvolgono inevitabilmente aspetti strettamente connessi a virtù quali la temperanza, l’umiltà, il coraggio e la pazienza. La Chiesa, così come riporta il documento, valorizza lo sport in sé, come una “palestra di vita” in cui è possibile incontrarsi con ciò che è bello, buono e vero, in cui è possibile testimoniare la gioia di vivere. Ovviamente, parlando di sport non ci si può esimere dal trattare anche un altro aspetto importante, tanto nella vita che nella pratica sportiva, ossia il sacrificio.
Ogni attività sportiva, necessita innanzitutto di disciplina, di costanza nel seguire programmi di allenamento, divenendo esperienza atta a formare il carattere del praticante.
Nel documento si legge: “Sacrificio è una parola molto familiare e utilizzata nel mondo dello sport. Anche la Chiesa usa questo termine e spesso in modo molto diretto e specifico. Sa che l’amore di Dio e per il prossimo spesso ha un costo per la nostra vita. Il compito del cristiano è di accettare e sopportare i sacrifici e le sofferenze, grandi o piccole che siano, e con il sostegno della grazia di Dio, lottare per il regno nella vita terrena e nel mondo che verrà”.
Lo sport, quindi, come attività da praticare assieme ad un percorso di fede accettando e sopportando i sacrifici e le sofferenze, grandi o piccole che siano attraverso il sostegno della grazia di Dio.