Il momento centrale della tavola rotonda è stato un carico galvanizzante… di esperienza. E di tanta voglia di continuare a ribadire con forza che “l’ammalato può essere soggetto di apostolato e di testimonianza” anche nella società odierna in cui, più di ieri, deve incarnare il ruolo dell’evangelizzatore a tutto tondo. Da segnalare, nelle scorse giornate, la grande festa tenuta nel parco di Santa Maria Maggiore, all’interno della Casa di Re: la gioia si è trasformata in condivisione tra di noi e con gli abitanti del piccolo comune della Val Vigezzo.
Infine, proprio stamattina, memoria liturgica del beato Novarese – quando tutti i partecipanti si apprestano a ritornare a casa –, è stata celebrata la santa messa. Al nostro Padre e Fondatore abbiamo affidato il cammino di ciascuno verso la santità per raggiungere le più alte vette dell’amore di Dio, raccomandando al Signore ogni membro dell’Opera e l’apostolato del sofferente.
Di sicuro spessore, l’esperienza umana e spirituale dell’evento: un tempo per recuperare motivazioni e coraggio per l’azione nei nostri contesti di Chiesa locale attraverso il lavoro evangelizzante di sani e ammalati.
Con vera gioia ho letto l’articolo che ci informa sulle giornate CVS 2.0 e visionato le foto pubblicate. Bisogna incentivare gli incontri dei settori giovanili e dei loro animatori, anche nelle nostre diocesi e mettere in cantiere iniziative tali che possano alimentare nei nostri associati giovani la voglia di vivere e di vivere nell’esperienza CVS.
Grazie Giovanna e grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo evento che, mi auguro, si ripeterà negli anni che verranno.
Un affettuoso saluto a tutti, proprio oggi nella ricorrenza della memoria liturgica del Beato Luigi Novarese.
Nicodemo (Vicenza)