La Chiesa di Roma avrà una casa di accoglienza a Gerusalemme. È “Casa Mater Misericordiae” e se ne occuperà don Filippo Morlacchi, per anni alla guida dell’Ufficio scuola del Vicariato di Roma. Il sacerdote romano è partito giovedì 13 settembre per la Terra Santa con una convenzione triennale fidei donum. La casa di accoglienza, spiritualità e formazione è gestita dal ramo femminile della Comunità dei Silenziosi operai della Croce, fondata dal beato Luigi Novarese nel 1950, e si trova sul versante orientale del Monte degli Ulivi, a metà strada tra Betfage e Betania. Don Filippo sarà accolto da quattro religiose che vivono da tempo nella casa “Mater Misericordiae”, tre italiane e una palestinese. Insieme coordineranno le attività e l’ospitalità dei pellegrini. Il sacerdote opererà in stretto contatto con il Patriarcato e con la Custodia di Terrasanta. In qualità di organista è già stato contattato per le liturgie che si celebrano nel Santo Sepolcro.

«Sarò a disposizione dei cristiani cattolici di Terra Santa e stringerò legami di amicizia con tutte le realtà ebraiche ed ecumeniche – spiega don Filippo -–. Sarò accanto ai cristiani di altre confessioni e a tutti i pellegrini romani che troveranno a Gerusalemme un punto di riferimento più solido». Con altri sacerdoti don Morlacchi coltivava da quasi 10 anni il desiderio di avviare nella Città Santa una casa di accoglienza che fosse un punto di riferimento per la diocesi di Roma. La scorsa estate ha conosciuto le consacrate dei Silenziosi Operai della Croce che si sono dette disposte ad avviare una stretta collaborazione tra la Chiesa di Gerusalemme e la Chiesa di Roma. «Sono molto contento – aggiunge -, percepisco un vivo interesse e una grande attesa da parte della Chiesa di Gerusalemme per la presenza di un sacerdote di Roma. I cristiani che vivono lì hanno bisogno di sentirsi sostenuti e non abbandonati».

Tra i progetti in cantiere c’è quello di intensificare i ritiri spirituali per i sacerdoti, religiosi e religiose che svolgono il loro servizio a Gerusalemme e dintorni. “Mater Misericordiae” è infatti situata in una zona tranquilla e ben si presta per gli esercizi spirituali. Don Filippo rimarca inoltre che la struttura è vicina a Betania dove vivevano Marta, Maria e Lazzaro. «In casa loro Gesù trovava il clima familiare e sereno che gli serviva per affrontare le scelte più difficili. Sull’altro versante della collina c’è il Getsemani. La mia idea è ospitare nella casa chi cerca la consolazione di Dio per poi tornare al proprio servizio nell’obbedienza alla volontà del Padre, come Gesù nel Getsemani». Per quel che riguarda la parte strettamente formativa, sarà avviata una collaborazione con il Seminario Romano. I seminaristi trascorreranno periodi di soggiorno nella casa per conoscere i luoghi della vita di Gesù. Per don Filippo «potrebbero anche essere organizzate settimane di studio e di approfondimento biblico e teologico per la formazione permanente del clero o per i diaconi, gli insegnanti e gli operatori Caritas. Non solo una casa albergo per i pellegrini, quindi, ma una struttura stanziale di formazione».