Mi sono state consegnate l’11 dicembre dalla Responsabile di Torino, Giovannina Vescio.
Il 16 dicembre sono state accolte ufficialmente nel convento dei frati cappucini di Genova Campi (proprio di fronte al ponte caduto), dove abbiamo svolto un incontro formativo, tenuto dalla sorella Angela Petitti, con la partecipazione di alcuni membri dei consigli delle diocesi liguri.
L’incontro è stato vissuto con molta partecipazione, il fatto che sorella Angela fosse con noi, ha contribuito in modo significativo a viverla intensamente, la presenza dello Spirito era presente e abbiamo anche avvertito la presenza del beato Luigi Novarese in mezzo a noi.

Visto che ormai si era sotto Natale e non potendo organizzare altro, le stampelle sono rimaste per tutto il periodo in casa mia. Un grandissimo dono di Dio poterle avere con me durante le feste. E’ stato il Natale più bello, ho parlato, riflettuto e pregato davanti a loro, ringraziando il beato Luigi Novarese per avermi messo in cuore questa vocazione a seguire il suo carisma!

Si è aperto così, per me, il momento della o delle riflessioni sul significato di questo viaggio dell’amore che questo simbolo porta con se presso tutti i fratelli e le sorelle che vorranno unirsi a noi nella preghiera in compagnia di questo emblema della sofferenza offerta al Padre perché sia redenzione per molte anime che vivono il dolore come una punizione.

Con il nuovo anno, ci siamo messi in moto: le stampelle sono arrivate in casa di Rosa e Virginia, che non possono più partecipare ai nostri incontri e neanche venire a Re. Si sono unite a noi anche persone che non frequentano il CVS, sono rimaste entusiaste di questa realtà, abbiamo pregato e condiviso le nostre emozioni e il nostro impegno associativo. Ma il momento più toccante è stato quando Virginia (che non è più in grado di parlare) vedendo le stampelle e tutti noi, ha avuto una forte reazione emotiva, i suoi occhi sono diventati lucidi e qualche lacrima è scesa, ma si vedeva, erano lacrime di gioia! Le stampelle sono rimaste lì per una settimana.

Il cammino è proseguito in casa di Giannina, anche lei impossibilitata a partecipare e che è andata a Re per parecchi anni. Ha accolto le stampelle con gioia, ha voluto tenerle per qualche giorno e le ha voluto mettere nella sua camera da letto.
Quando siamo tornati a riprenderle mi ha detto che, visto che lei la notte dorme pochissimo, le stampelle sono state di compagnia, ha pregato molto e ha chiesto al beato Luigi Novarese di aiutarla a superare questo momento un po’ critico per lei.

Da Genova sono partite per Busalla (comune nell’entroterra Genovese), accolte da Nicoletta in casa sua; lì abbiamo organizzato un incontro di condivisione e preghiera che si è concluso con la celebrazione della santa messa da parte del nostro assistente spirituale (don Sergio Manarolo).
Lì ho scoperto parecchie persone che erano del CVS, un bel gruppo numeroso, che si erano allontanate dopo la morte della responsabile diocesana Giovanna Piras! Li ho invitati a ripartecipare, e spero che con l’occasione dell’arrivo delle stampelle, e dopo l’intervento a questo momento così intenso, spero che vogliano rientrare nel CVS portando la loro esperienza.
Attualmente le stampelle sono esposte nella mia parrocchia, Nostra Signora della Provvidenza, il mio parroco don Fully Doragrossa.
Rimarranno per tutto il tempo della Novena di Lourdes, e l’11/2 celebreremo la Giornata del Malato!

Testimonianza
Sono qui, davanti alle stampelle di mons. Luigi Novarese… che emozione… Ecco, è un accavallarsi di sentimenti, un groviglio di pensieri. Le stampelle sono vecchie, antiche e pesanti. Come avrà fatto ad appoggiarcisi sopra?
Però sono belle! Certamente portano con sé tanti ricordi, e quante sofferenze avranno visto! Però hanno avuto il privilegio di aiutarlo e condurlo alla guarigione, che è stato un vero miracolo, avendo sofferto di una malattia inguaribile. La strada è stata lunga e dura, sempre improntata nell’amore di Dio, affidandosi sempre alla protezione di Maria Santissima a cui era molto devoto.
Egli durante la sua malattia, sente il desiderio di aiutare e sollevare gli altri ammalati accompagnandoli nella preghiera a valorizzare la loro sofferenza. Ecco il suo soffrire sfocia in una grande fioritura. Mette al lavoro tutto il suo carisma, un lavoro lungo ed arduo, ma portato lodevolmente a compimento. La prima cosa importante è quella di riunire un gruppo di persone malate e sane che, nella sequela di Cristo, riconoscano la possibilità di vivere l’esperienza della sofferenza senza lasciarsi andare allo scoraggiamento, ma reagire valorizzando illoro stato nella preghiera e nell’ascolto del Vangelo. Tante e tante altre cose ha fatto…
La preghiera del CVS: Grazie Signore perché ci hai dato. (Rosa)