Papa Francesco, rivolgendosi ai membri di associazioni, congregazioni e movimenti dedicati alla misericordia in Francia il 13 dicembre u.s., ha ribadito l’importanza dell’essere caritatevoli sottolineando che «La misericordia è, infatti, l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro e che apre il nostro cuore alla speranza di essere amati per sempre, qualunque sia la nostra povertà, qualunque sia il nostro peccato. L’amore di Dio per noi non è una parola astratta. Si è reso visibile e tangibile in Gesù Cristo. Per questo «è sulla stessa lunghezza d’onda che si deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani. Come ama il Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri». Da parte sua, il beato Luigi Novarese proprio riguardo alla misericordia affermava che il sofferente e la persona sana devono esercitare la mutua e vicendevole carità, per l’attuazione delle opere di Misericordia corporali e spirituali e che il sofferente stesso può e deve essere oggetto di carità. Ma se per molti titoli l’infermo è oggetto di carità, ciò non toglie che egli sia e resti soggetto d’azione e che, a sua volta, egli possa o debba esercitare l’ultima e tra le più importanti delle opere di misericordia spirituale, – pregare Dio per i vivi e per i morti. Una riflessione importante anche in questo periodo festivo, dove sembra prevalere il solito sfrenato consumismo rispetto ad una sana e vissuta spiritualità.
Importante è anche l’invito che papa Francesco ha rivolto sempre ai membri di associazioni, congregazioni e movimenti dedicati alla misericordia in Francia: «In questo tempo di preparazione al Natale, vi propongo di contemplare il presepe. «[Esso] è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce. È un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi (cfr. Mt 25,31-46)».