Dall’8 all’11 ottobre a Padova si rinnova l’evento del Festival della Salute. Grandi scienziati, artisti, premi Nobel e intellettuali. Per mettere in scena la strepitosa rivoluzione medica in corso. Con la medicina personalizzata che ha stravolto la ricerca e la pratica clinica. L’hi-tech che ha digitalizzato i nostri corpi e le nostre intelligenze. La crisi economiche che impone nuovi modelli di sanità, che devono rispettare i diritti. Le differenze umane sotto attacco.
Dicono gli organizzatori: “Che cosa è oggi la medicina? E di cosa parliamo quando parliamo di salute? La parola è talmente abusata che abbiamo qualche timore a metterla qui, nero su bianco, ma va fatto: il giro di boa del millennio e quello che ne è seguito, con inedita rapidità, hanno marcato una rivoluzione in medicina. Così potente e disorientante da imporci una pausa di riflessione. Che deve ruotare attorno a due elementi, anch’essi di novità: diversità e uguaglianza”.
Diversità. La decodifica del genoma umano ha avviato una carambola di scoperte biomediche che, insieme alla potenza della digitalizzazione (dalle semplici banche date all’intelligenza artificiale) hanno trasformato radicalmente la scena. La chiamiamo “medicina di precisione”, o anche “medicina personalizzata”. E non perché prima si andasse a casaccio, ma perché sapendo quali sono le cascate molecolari coinvolte nella genesi di una certa malattia, l’idea è di andare a colpire direttamente quelle; con i farmaci, ma anche di andare a cercarle per una diagnosi precoce e persino per una prevenzione, mirate.
Ma diversità, oggi, è ciò che di più prezioso abbiamo attorno a noi. Diversità di etnia, di abitudini e stili di vita, generi, visione del mondo, progetti di vita. Una diversità che si scontra con l’eterna voglia di un mondo omologato, fatto di uguali con omologate voglie di vincere, emergere, guadagnare, restare sempre giovani anche al rischio di essere grotteschi. E questa frattura tra ciò che siamo nel mondo reale in cui viviamo e dei modelli inventati e imposti genera malattia, disagio psichico ma anche errori di programmazione di sé che portano alla patologia organica. Smascherare le ideologie perniciose è fare salute. Per questo, noi pensiamo, che l’elogio della diversità sia oggi il perno della nuova medicina.
Uguaglianza. Ma non c’è scienza senza uniformità, senza metodo condiviso, senza risultati applicabili universalmente. Non si fa medicina senza biostatistica. Non ci sono idee o terapie che chiunque può gettare in campo senza una ratio e una dimostrazione di efficacia universali. Tutti gli umani appartengono alla stessa razza, il nostro genoma differisce di un soffio. E la medicina deve poggiare su un’intelaiatura statistica e universale. Allo stesso modo: tutti gli umani sono nati uguali di fronte alla legge e a Dio (per chi ci crede). La Costituzione garantisce pari diritti alle cure a tutti i cittadini e il Servizio sanitario nazionale è così bello proprio perché è universale. È uno straordinario sforzo di solidarietà collettiva per garantire l’uguaglianza nella diversità.


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