Oggi è la Giornata Mondiale dell’Ascolto, un appuntamento che ogni anno, il 21 ottobre, ci invita a fermarci e riflettere sull’importanza di una pratica troppo spesso trascurata.

Viviamo in un contesto dominato dall’egoismo, dalle preoccupazioni personali e dalle continue distrazioni tecnologiche: tutti elementi che rischiano di ridurre la nostra capacità di prestare attenzione all’altro.
L’ascolto, però, è molto più che “sentire”. Ascoltare in modo attivo ed empatico significa concentrarsi sul messaggio dell’altro senza interrompere, senza giudicare, dimostrando partecipazione verso i suoi sentimenti e le sue esperienze. Richiede impegno e allenamento, ma è una competenza che può trasformare le relazioni, creando fiducia, comprensione reciproca e dialogo autentico.

Istituita nel 2007 dalla Federazione Internazionale dell’Ascolto e celebrata per la prima volta in Brasile nel 2008, la Giornata si è diffusa a livello globale proprio per promuovere una cultura dell’ascolto di qualità. Perché saper ascoltare significa anche prevenire fraintendimenti, ridurre conflitti, migliorare la salute mentale e il benessere collettivo.

Un buon ascoltatore presta attenzione non solo alle parole, ma anche ai toni, ai gesti e alla postura, cogliendo i dettagli che arricchiscono la comunicazione. È un’abilità fondamentale per costruire relazioni sane e produttive, dentro e fuori dal lavoro.
In questa giornata, il messaggio è chiaro: ascoltare davvero è un atto di cura e di rispetto, che può cambiare in meglio la qualità delle nostre relazioni e della società in cui viviamo.

Il tema della Giornata 2025 è dedicato al silenzio: “The Quiet Between”, ovvero “Il Silenzio tra i Suoni”. Un invito a esplorare le pause, gli spazi vuoti, quei momenti di transizione tra un rumore e l’altro in cui spesso si nasconde la verità più profonda.

Ci sono anche delle curiosità interessanti legate a questa Giornata.
A New York, un artista ha messo microfoni nel cemento per registrare il suono… delle formiche che camminano (pare suonassero come popcorn lontanissimi!
In Giappone, alcune aziende propongono ai dipendenti “ascolti guidati del silenzio” nei boschi per ridurre lo stress da ufficio.
A Berlino, un gruppo di architetti ha disegnato un parco pensando al “design del suono”: zone che amplificano il canto degli uccelli e altre che attutiscono i passi dei visitatori.
In Islanda, una performance artistica ha fatto suonare una montagna usando sensori per tradurre il movimento della terra in musica elettronica.
A Napoli una scuola elementare ha creato “l’ora del silenzio”: un’ora a settimana in cui si ascoltano solo i suoni della scuola. Risultato? I bambini… si ascoltano anche tra loro.