Sembrano parole del Beato Novarese queste pronunciate oggi, 5 novembre 2025, da Papa Leone nella consueta Udienza del mercoledì.

In questi mesi il Santo Padre sta facendo una serie di catechesi sulle sfide del mondo attuale davanti alla Risurrezione di Cristo. Parla innanzitutto della forza straordinaria della Pasqua che è “il cardine della vita del cristiano, attorno a cui ruotano tutti gli altri eventi”. Davanti a questa realtà acquistano senso “tante esperienze diverse: dolore, sofferenza, tristezza, intrecciate con gioia, stupore, serenità. Ma attraverso ogni situazione il cuore umano brama la pienezza, una felicità profonda. Siamo immersi nel limite, ma siamo anche protesi a superarlo”.
Se possiamo farlo è proprio per “la vittoria dell’amore sul peccato e della vita sulla morte, l’unica in grado di saziare la domanda di senso che inquieta la nostra mente e il nostro cuore. L’essere umano è animato da un movimento interiore, proteso verso un oltre che costantemente lo attrae. Nessuna realtà contingente lo soddisfa. Tendiamo all’infinito e all’eterno. Ciò contrasta con l’esperienza della morte, anticipata dalle sofferenze, dalle perdite, dai fallimenti.
Tutto cambia grazie a quel mattino in cui le donne, recatesi al sepolcro per ungere il corpo del Signore, lo trovarono vuoto. Da quel mattino fino a oggi, ogni giorno, Gesù avrà anche questo titolo: il Vivente”.

Ecco perché è così importante che lo sguardo umano si diriga verso Cristo: perché “in lui abbiamo la sicurezza di poter trovare sempre la stella polare verso cui indirizzare la nostra vita di apparente caos, segnata da fatti che spesso ci appaiono confusi, inaccettabili, incomprensibili. Davanti alla nostra umanità fragile, l’annuncio pasquale si fa cura e guarigione, alimenta la speranza di fronte alle sfide spaventose che la vita ci mette davanti ogni giorno a livello personale e planetario.
Nella prospettiva della Pasqua, la Via Crucis si trasfigura in Via Lucis. La Pasqua non elimina la croce, ma la vince nel duello prodigioso che ha cambiato la storia umana. Anche il nostro tempo, segnato da tante croci, invoca l’alba della speranza pasquale. La Risurrezione di Cristo non è un’idea, una teoria, ma l’Avvenimento che sta a fondamento della fede. Egli, il Risorto, mediante lo Spirito Santo continua a ricordarcelo, perché possiamo essere suoi testimoni anche dove la storia umana non vede luce all’orizzonte. La speranza pasquale non delude. Credere veramente nella Pasqua attraverso il cammino quotidiano significa rivoluzionare la nostra vita, essere trasformati per trasformare il mondo con la forza mite e coraggiosa della speranza cristiana”.