Nella consueta Udienza del mercoledì, il Papa oggi ha parlato di uno dei tabù attuali: il senso della morte: “Il mistero della morte ha sempre suscitato nell’essere umano profondi interrogativi. Essa infatti appare come l’evento più naturale e allo stesso tempo più innaturale che esista. È naturale, perché ogni essere vivente, sulla terra, muore. È innaturale, perché il desiderio di vita e di eternità che noi sentiamo per noi stessi e per le persone che amiamo ci fa vedere la morte come una condanna, come un “contro-senso”.

Ha detto che la morte appare come “un evento da tenere lontano; qualcosa di cui parlare sottovoce, per evitare di turbare la nostra sensibilità e tranquillità. Spesso per questo si evita anche di visitare i cimiteri, dove chi ci ha preceduto riposa in attesa della risurrezione”.

È solo l’essere umano che si pone questa domanda. E, mentre se la pone, cerca anche di eluderla: “Nel constatare questo aspetto, si dovrebbe allora pensare che siamo creature paradossali, infelici, non solo perché moriamo, ma anche perché abbiamo la certezza che questo evento accadrà, sebbene ne ignoriamo il come e il quando. Ci scopriamo consapevoli e allo stesso tempo impotenti. Probabilmente da qui provengono le frequenti rimozioni, le fughe esistenziali davanti alla questione della morte”.

Mentre si delinea “lo scenario del transumano”, il credente incontra Cristo che “ci rivela che la morte non si oppone alla vita, ma ne è parte costitutiva come passaggio alla vita eterna. La Pasqua di Gesù ci fa pre-gustare, in questo tempo colmo ancora di sofferenze e di prove, la pienezza di ciò che accadrà dopo la morte, Il Risorto ci ha preceduto nella grande prova della morte, uscendone vittorioso grazie alla potenza dell’Amore divino. Così ci ha preparato il luogo del ristoro eterno, la casa in cui siamo attesi; ci ha donato la pienezza della vita in cui non vi sono più ombre e contraddizioni. Grazie a Lui, morto e risorto per amore, con San Francesco possiamo chiamare la morte “sorella”. Attenderla con la speranza certa della Risurrezione ci preserva dalla paura di scomparire per sempre e ci prepara alla gioia della vita senza fine”.