Non sarà stato un caso quello di esserci trovati, un piccolo gruppo di Silenziosi Operai della Croce presenti a Roma per un incontro di formazione per i Responsabili di Comunità, proprio oggi, 17 settembre 2025, in Piazza San Pietro, all’udienza con il Santo Padre Leone XIV. In verità il nostro incontro era programmato da tempo; di certo però non sapevamo il tema della catechesi del Papa: una riflessione sulla deposizione di Gesù nel sepolcro e il valore de silenzio del Sabato Santo. Questo speciale giorno della Settimana Santa è infatti molto caro alla nostra spiritualità che del silenzio cerchiamo di cogliere la proposta di crescita e maturazione della vita spirituale.

“Contempliamo il mistero del Sabato Santo. – dice il Papa – Il Figlio di Dio giace nel sepolcro. Ma questa sua “assenza” non è un vuoto: è attesa, pienezza trattenuta, promessa custodita nel buio. È il giorno del grande silenzio, in cui il cielo sembra muto e la terra immobile, ma è proprio lì che si compie il mistero più profondo della fede cristiana. È un silenzio gravido di senso, come il grembo di una madre che custodisce il figlio non ancora nato, ma già vivo”.

La catechesi ha messo in rilievo anche il riposo del Sabato Santo: “Secondo la Legge ebraica, nel settimo giorno non si deve lavorare: infatti, dopo sei giorni di creazione, Dio si riposò (cfr Gen 2,2). Ora anche il Figlio, dopo aver completato la sua opera di salvezza, riposa. Non perché è stanco, ma perché ha terminato il suo lavoro. Non perché si è arreso, ma perché ha amato fino in fondo. Non c’è più nulla da aggiungere. Questo riposo è il sigillo dell’opera compiuta, è la conferma che ciò che doveva essere fatto è stato davvero portato a termine. È un riposo pieno della presenza nascosta del Signore.

Noi facciamo fatica a fermarci e a riposare. Viviamo come se la vita non fosse mai abbastanza. Corriamo per produrre, per dimostrare, per non perdere terreno. Ma il Vangelo ci insegna che saperci fermare è un gesto di fiducia che dobbiamo imparare a compiere. Il Sabato Santo ci invita a scoprire che la vita non dipende sempre da ciò che facciamo, ma anche da come sappiamo congedarci da quanto abbiamo potuto fare”.

Il silenzio è anche grembo dove “la vita nuova inizia a fermentare. Come un seme nella terra, come il buio prima dell’alba. Dio non ha paura del tempo che passa, perché è Signore anche dell’attesa. Così, anche il nostro tempo “inutile”, quello delle pause, dei vuoti, dei momenti sterili, può diventare grembo di risurrezione. Ogni silenzio accolto può essere la premessa di una Parola nuova. Ogni tempo sospeso può diventare tempo di grazia, se lo offriamo a Dio”.

A noi che spesso “cerchiamo risposte rapidi e rassicuranti”, il Signore insegna il “tempo lento della fiducia”.

Ed è qui che nasce la speranza cristiana: non “nel rumore, ma nel silenzio di un’attesa abitata dall’amore. Non è figlia dell’euforia, ma dell’abbandono fiducioso. Ce lo insegna la Vergine Maria: lei incarna questa attesa, questa fiducia, questa speranza. Quando ci sembra che tutto sia fermo, che la vita sia una strada interrotta, ricordiamoci del Sabato Santo. Anche nel sepolcro, Dio sta preparando la sorpresa più grande. E se sappiamo accogliere con gratitudine quello che è stato, scopriremo che, proprio nella piccolezza e nel silenzio, Dio ama trasfigurare la realtà, facendo nuove tutte le cose con la fedeltà del suo amore. La vera gioia nasce dall’attesa abitata, dalla fede paziente, dalla speranza che quanto è vissuto nell’amore, certo, risorgerà a vita eterna”.

La gioia di essere stati presenti a questa Udienza è stata accresciuta anche dall’entusiasmo di essere stati nominati, prima della Catechesi: I Silenziosi Operai della Croce! Piccolissima goccia nel mare dei presenti; seme insignificante nella terra della sofferenza. Ma operanti nel silenzio e nella vita pasquale di Cristo