Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato
Il Prof. Giovanni Ripani è poeta vivente, promotore e critico di poesia e narrativa contemporanea.
Il corpo scrive
dove la bocca tace,
incide alfabeti invisibili
sulla pelle che trema.
Ogni ferita è un appunto
rimasto senza voce,
ogni silenzio un inchiostro
che il tempo non scolora.
Eppure basta una parola vera,
un gesto che non giudica,
perché la cicatrice si faccia ponte
e l’urlo diventi canto.
Allora capisci
che anche il dolore ha un alfabeto,
e che il corpo, come un vangelo muto,
attende solo di essere letto
con occhi di speranza.
Commento
Questo anno giubilare ha incentivato il parlare di Speranza… in proporzione col moltiplicarsi delle occasioni di perderla!
Qui il Poeta ci parla del corpo, che porta e a volte poi grida, con la malattia… le ferite nascoste, le esplosioni di parole ingoiate, o soffocate al loro nascere.
Tutto ciò può riscrivere la nostra storia. E diventare Buona Novella se riletto a partir dalla nostra carne, e poi annunciato… col limpido, forte e caldo grido della Speranza. Fiorita sull’albero della Croce, nel giardino del mattino di Pasqua!


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