Mentre silenziosamente e incessantemente file di persone passano davanti alla semplice tomba di Papa Francesco, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il popolo cristiano, e non solo, ne sta raccogliendo la preziosa eredità di pensiero e di processi avviati dal Papa venuto dalla fine del mondo. Tra i processi più significativi, quella consegnatoci dalla Laudato si’.
“Con questo documento – ha detto suor Sr Alessandra Smerilli, fma Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nella presentazione stampa del Conferenza Raising Hope – dieci anni fa, Papa Francesco ci consegnava un testo che non era soltanto un documento del Magistero, ma una vera e propria “carta di navigazione” per la nostra epoca. Con parole profetiche ci ricordava che “tutto è connesso” e che la cura della casa comune è inseparabile dalla giustizia verso i poveri, dalla pace tra i popoli e dall’affermazione della dignità di ogni persona”.E ha aggiunto: “Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, a cui il Santo Padre ha affidato la missione di integrare le varie dimensioni dello sviluppo mantenendo sempre la persona al centro, ha cercato in questi anni di promuovere e accompagnare percorsi concreti che rendessero viva la visione dell’Enciclica partendo da quanto di buono lo Spirito Santo ispirava in tanti realtà locali”.
Intervenendo ieri, 1° ottobre 2025, alla Conferenza stessa a Castel Gandolfo, Papa Leone ha ripreso questa affermazione e ha aggiunto: “Occorre passare dal raccogliere dati al prendersi cura; da discorsi ambientalisti a una conversione ecologica che trasformi lo stile di vita personale e comunitario. Per chi crede, si tratta di una conversione non diversa da quella che ci orienta al Dio vivente, perché non si può amare il Dio che non si vede disprezzando le sue creature, e non ci si può dire discepoli di Gesù Cristo senza partecipare del suo sguardo sul creato e della sua cura per ciò che è fragile e ferito”.
E ha invitato tutti a “crescere in queste quattro direzioni: con Dio, con gli altri, con la natura e con sé stesso, in un atteggiamento costante di conversione”.
Prendersi cura della casa comune è un atto di solidarietà mondiale poiché “siamo un’unica famiglia, con un Padre comune che fa sorgere il sole e cadere la pioggia su tutti (cfr Mt 5,45); abitiamo un medesimo pianeta, del quale dobbiamo avere cura insieme”.
Leone XIV conclude il suo discorso con una domanda: “Dio ci chiederà se abbiamo coltivato e custodito bene questo mondo che Egli ha creato, a beneficio di tutti e delle generazioni future, e se ci siamo presi cura dei nostri fratelli e sorelle. Allora, che cosa risponderemo?”.
Nel corso dell’incontro il Papa ha benedetto un frammento di ghiaccio proveniente dalla Groenlandia, con queste parole: “Signore della vita, benedici questa acqua: possa risvegliare i nostri cuori, purificare la nostra indifferenza, lenire i nostri dolori e rinnovare la nostra speranza”.
Questo gesto ha poi dato inizio a una specie di pellegrinaggio simbolico da parte di alcuni rappresentanti di Paesi e comunità maggiormente colpiti dalla crisi climatica: hanno versato dell’acqua della propria terra in un recipiente posto al centro del palco.


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