Dal 2 al 4 ottobre 2025, presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù a Roma, si svolge il II Congresso Internazionale di Pastorale degli Anziani, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. L’evento conta sulla la partecipazione di 150 delegati provenienti da 65 Paesi, in rappresentanza di 55 Conferenze Episcopali, oltre a membri di associazioni e congregazioni religiose impegnate nella pastorale degli anziani.

Salutando i presenti, il Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha sottolineato l’importanza del magistero di Papa Francesco che ha intensificato “l’attenzione pastorale rivolta al mondo degli anziani. Con gesti concreti e un magistero costante, egli ha posto la terza età al centro della riflessione ecclesiale: pensiamo alle udienze dedicate agli anziani, al ciclo di catechesi sulla vecchiaia — ricco di sapienza umana e spirituale — all’istituzione della “Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani”, ai messaggi inviati in occasione di questo evento”.

Anche chi lo ha preceduto ha messo in rilievo l’attenzione verso le persone anziane: “San Giovanni Paolo II ne aveva posto le basi chiedendo una pastorale che valorizzasse il «ruolo creativo degli anziani». Questa intuizione è stata ripresa e sviluppata dal Pontificio Consiglio per i Laici, con il documento “La dignità dell’anziano e la sua missione nella Chiesa e nel mondo” (1998), e dallo stesso Papa Wojtyła con la toccante Lettera agli anziani (1999). Benedetto XVI ha proseguito su questa linea; la sua visita nel 2012 alla casa-famiglia “Viva gli Anziani” qui a Roma, resta impressa nella memoria. Presentandosi come «un anziano in visita ai suoi coetanei», offrì un criterio fondamentale: «La qualità di una società si giudica anche da come gli anziani sono trattati”

La costatazione che il cardinale Farrel sottolinea è che “per la prima volta nella storia assistiamo ad una longevità diffusa. È in atto una vera transizione demografica: gli anziani non sono più una minoranza, ma una quota vasta e crescente della società”.
Tutto questo, nella logica della Chiesa deve essere letto come “uno dei segni che caratterizzano il “cambiamento d’epoca” che stiamo vivendo, che la Chiesa è chiamata a leggere con spirito “profetico” e con “occhi di speranza”, come il Giubileo ci invita a fare. E così, mentre molti guardano al fenomeno dell’aumento degli anziani con preoccupazione, come se costituisse un peso per la società, noi, come Chiesa, riconosciamo nella longevità un dono di Dio. Non si tratta di una emergenza da gestire, ma di una opportunità nuova”.

I partecipanti al Congresso sono stati ricevuti in udienza dal Santo Padre Leone XIV che invita tutti ad evitare le fratture generazionali e a prendere coscienza del dono della longevità. “Per quanto possa sembrare strano, la vecchiaia diventa purtroppo sempre più spesso qualcosa a cui si arriva all’improvviso e che ci coglie impreparati. Attingendo alle Scritture, alla saggezza dei Padri e all’esperienza dei santi, la Chiesa è chiamata a offrire tempi e strumenti per decifrarla, così da viverla cristianamente, senza pretendere di rimanere sempre giovani senza lasciarsi prendere dallo sconforto.

Laddove gli anziani sono soli e scartati, è necessario portare loro il lieto annuncio della tenerezza del Signore, per vincere, insieme con loro, le tenebre della solitudine, grande nemica della vita degli anziani. Che nessuno sia abbandonato! Che nessuno si senta inutile! Anche una semplice preghiera, recitata con fede a casa, concorre al bene del Popolo di Dio e ci unisce nella comunione spirituale. Questo compito missionario interpella tutti noi, le nostre parrocchie e in modo particolare i giovani, che possono diventare testimoni di prossimità e di ascolto, ascolto reciproco con chi è più avanti di loro nella vita”.