Sono stati da poco ultimati i lavori della stazione della metropolitana di Teheran dedicata alla Vergine Maria. “Uno sguardo di amore per gli iraniani”, l’ha definita il Cardinale Dominique Joseph Mathieu, Arcivescovo di Teheran-Ispahan dei latini.
La stazione si trova nei presso della chiesa armena di Saint Sarkis. Oltre a elementi ornamentali che evocano la simbologia cristiana collegandola alla tradizione musulmana, vi è anche una statua di 2,5 metri della Vergine Maria. L’auspicio dell’arcivescovo è che “tutti possano riconoscere in lei che Dio viene incontro a uomini e donne di tutto il mondo, fratelli e sorelle di una casa comune”.

La costruzione è iniziata intorno al 2015 e ha incontrato numerose sfide anche da un punto di vista ingegneristico legato al fitto tessuto urbano del centro della capitale iraniana. La stazione raggiunge 34 metri di profondità sotto il livello del suolo e copre circa 11mila metri quadrati di superficie costruita.

Dedicare una stazione alla Vergine Maria per alcuni è un segno di apertura e di accoglienza, mentre per le voci critiche si tratta solo di un atto di propaganda, a fronte di una realtà che presenta elementi di criticità per le minoranze, compresa quella cristiana.
Il progetto portava inizialmente il nome di un giovane studente iraniano, Nejatollahi, martirizzato dal regime precedente durante il sit-in degli studenti nel 1979. Nel primo trimestre del 2025, le autorità municipali hanno deciso di rinominare la stazione, mantenendo tra parentesi il nome del martire, che significa “Dio che salva”.

L’illuminazione e i colori sobri della stazione mirano a ricreare l’atmosfera pacifica della vicina chiesa armena. Elementi ornamentali che evocano la simbologia cristiana sono stati integrati in bassorilievi, collegandoli a testi coranici, alla tradizione musulmana, alla poesia persiana, così come alle dichiarazioni dell’Imam Khomeini e dell’attuale guida suprema.

“Le stazioni della metropolitana – afferma ancora l’arcivescovo – sono centri di connessione fluidi, che permettono ai pendolari di collegarsi fra di loro e di raggiungere i loro punti di interesse. Il nome di una stazione diventa un punto di riferimento, suscitando curiosità, rafforzando i legami e favorendo nuovi incontri.
Al riguardo, potendo esprimere un desiderio è che i pendolari stessi, in uno spirito di raccoglimento, possano scorgere sotto le palpebre socchiuse di Gesù Cristo e della Beata Vergine Maria, nei bassorilievi della stazione e nella statua che verrà svelata durante l’inaugurazione, uno sguardo colmo di amore, attraverso il quale Dio viene incontro alla sua creazione: uomini e donne di tutto il mondo, fratelli e sorelle di una casa comune, suoi testimoni per volontà divina”.