In occasione della XXIII Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà il prossimo 11 febbraio, sul tema “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo” (Gb 29,15), papa Francesco ha rivolto ai malati e ai professionisti della sanità il proprio messaggio “nella prospettiva della sapientia cordis, la sapienza del cuore”. Tale sapienza, ha spiegato il Papa, non è una conoscenza teorica, ma si esprime nel “servire il fratello”, come faceva Giobbe, uomo che “gode di una certa autorità” e che manifesta la sua “statura morale” nel “nel servizio al povero che chiede aiuto, come pure nel prendersi cura dell’orfano e della vedova (cfr. Gb 12-13).
La malattia o la disabilità possono diventare “luogo privilegiato della trasmissione della grazia e fonte per acquisire e rafforzare la sapientia cordis” e le persone che soffrono, “possono diventare testimoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa sofferenza, benché l’uomo con la propria intelligenza non sia capace di comprenderla fino in fondo”, scrive Francesco prima della benedizione finale.

Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale del Malato