È in corso di svolgimento il Convegno annuale a cura dell’Ufficio Nazionale per le vocazioni (possibile seguire da qui), che ieri ha avuto un relatore d’eccezione: Federico De Rosa, un ragazzo affetto da un grave disturbo autistico, che definisce i “sani” neurotipici (forma abbreviata per neurologicamente tipico, un neologismo nato in seno alla comunità autistica per identificare le persone che non sono nello spettro autistico).
Eccezionale (fuori dall’ordinario) la persona, eccezionale anche la forma in cui si è espresso (digitando una parola alla volta sul suo computer), eccezionale ciò che ha detto all’assemblea formata in gran parte da sacerdoti e suore, impacciati, sorpresi e coinvolti in un ascolto silenzioso di ciò che veniva man man scritto. Silenzio in platea, silenzio sul palco, tutti concentrati a leggere ciò che faticosamente e lentamente veniva scritto e proiettato.
“Non abbiate paura della diversità”, scrive Federico rispondendo alla domanda di un sacerdote che gli chiedeva un consiglio sul suo ministero pastorale. “Includere non basta più: è necessario valorizzare ciascuno. Avete un chierichetto down, un catechista cieco? E autistici tra i vostri fedeli? Li avete cercati e coinvolti? Queste persone stanno a casa loro mentre voi dite messa? Andate a stanarli. La Chiesa è una società al contrario del mondo: da noi gli ultimi devono essere i primi!”.