Ci sorprende con il segno della semplicità, papa Francesco. Non discorsi altamente teologici, non linguaggio elaborato, non concetti difficili ma con il “mirabile segno del presepe”, che “suscita sempre stupore e meraviglia”, per parlare dell’evento “della nascita di Gesù con semplicità e gioia”.
Nella prima domenica di Avvento, dopo la sua visita a Greccio, firma la Lettera Apostolica Admirabile signum. (http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco-lettera-ap_20191201_admirabile-signum.html)
L’intento di papa Francesco è quello dichiarato di “sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze”. E aggiunge: “Mi auguro che questa pratica non venga mai meno; anzi, spero che, là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata”.

 

Il segno del cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte
Prendendo spunto dalla riflessione del Papa che interpreta anche i vari segni del presepe, in questa prima settimana riflettiamo con lui sul segno “del cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte”.
Scrive il Papa: “Non è solo per fedeltà ai racconti evangelici ma anche per il significato che possiede. Pensiamo a quante volte la notte circonda la nostra vita. Ebbene, anche in quei momenti, Dio non ci lascia soli, ma si fa presente per rispondere alle domande decisive che riguardano il senso della nostra esistenza:
Chi sono io? Da dove vengo?
Perché sono nato in questo tempo?
Perché amo? Perché soffro? Perché morirò?
Per dare una risposta a questi interrogativi Dio si è fatto uomo. La sua vicinanza porta luce dove c’è il buio e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza (cfr. Lc 1,79)”.
“Come ci sentiamo sconcertati – scrive il beato Luigi Novarese – dinanzi a questa divina volontà che, mentre regola con estrema fermezza il corso delle stelle, rispetta invece la libertà che egli ha dato all’uomo e gli domanda «vuoi»? Così ha fatto con Maria Santissima”.
E così il Signore fa anche con noi: “Ognuno di noi può e deve essere una meravigliosa e luminosa stella accesa dalla divina grazia nella vita della Chiesa per renderla sempre più splendente e luminosa a guida e vantaggio di tutti”.

 

Riflessione artistica

RIflessione artistica

Forse il più famoso tra i dipinti di Van Gogh, “Notte stellata” ci mostra l’immagine del cielo notturno poco prima dell’alba.
Dipinto dalla finestra del manicomio in cui era ricoverato, l’immagine suscita un senso estremo di calma e fa nascere nel cuore il desiderio di un silenzio interiore affascinato dal mistero.
Calma e tranquilla la terra assopita nel buio e nel sonno, pulsante di energia e di vitalità il cielo notturno solcato dalla luce vibrante delle stelle.
Nella terra della nostra umanità, Dio si fa vicino nel buio della notte:
Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo rapido corso,
la tua parola onnipotente dal cielo,
si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile. (Sap 19, 14-15)