“Negli anni come Chiesa si è lavorato per superare gli stereotipi e i pregiudizi, in particolare quelli cognitivo, comunitario e religioso” ma è da continuare ancora. Lo ha detto stamani suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio pastorale per le persone con disabilità della Cei, nel suo intervento al convegno organizzato dall’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, a Roma, in occasione delle Giornate internazionali della disabilità e del volontariato. La religiosa ha evidenziato come “la cultura dello scarto” significhi “esistere senza appartenere e senza partecipare”.
Citando papa Francesco, suor Donatello ha ricordato che uno dei primi passi del nuovo servizio è l’importanza di “prendersi cura e accompagnare le persone con disabilità in ogni condizione di vita… ‘ungerle’ di dignità per una partecipazione attiva”. Operare per un accompagnamento che riguardi giovani, adulti e anziani nei loro vari processi di vita. Un’opera da compiere in sinergia con “gli altri servizi e organismi della Cei, la Famiglia e le alleanze educative civili ed ecclesiale” per far sì che le persone con disabilità non siano “esiliati nascosti”, “sentiti come peso, come presenze ingombranti” (l’ultima indagine Istat rileva che il 27% delle persone con disabilità vive in completa solitudine e 600mila in grave isolamento senza alcuna rete a cui poter chiedere aiuto nel momento del bisogno, n.d.r.). Inoltre, suor Donatello ha invitato a continuare il lavoro avviato nel passato sull’accessibilità degli ambienti di vita e della leggibilità dei testi per le persone con disabilità. In quest’ottica, la comunità ecclesiale viene indicata come “medium di comunicazione” con l’impegno a “mettere in collegamento i diversi destinatari con le fonti della fede e l’esperienza della vita cristiana”. Per quanto riguarda la leggibilità, la via indicata dalla religiosa è quella di “tradurre e non traslitterare la Parola” con “Lis e sottotitolazione, immagini e semplificazione”. Infine, è stato suggerito di “realizzare degli itinerari su accessibilità ed evangelizzazione per disabilità fisiche, disabilità sensoriali percettive e disabilità intellettive”. “Insieme possiamo fare rete non solo per riconoscere i loro diritti ma per permettere loro di partecipare e narrarsi, perché come ha detto il Papa non esistono vite di serie A e di serie B”, ha concluso suor Donatello. (Agenzia SIR)