Nella memoria di san Girolamo, a 1600 anni dalla sua morte, il 30 settembre 2019 papa Francesco ha consegnato a tutta la Chiesa una bellissima Lettera con cui istituisce la Domenica della Parola.
L’aveva preannunciata, scrive, “a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia, per far comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo”.
E spiega: “Dedicare in modo particolare una domenica dell’anno liturgico alla Parola di Dio consente, anzitutto, di far rivivere alla Chiesa il gesto del risorto che apre anche per noi il tesoro della sua Parola perché possiamo essere nel mondo annunciatori di questa inesauribile ricchezza. Tornano alla mente in proposito gli insegnamenti di sant’Efrem: «Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? È molto di più ciò che sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che bevono a una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di quanti la studiano.(Commenti sul Diatessaron, 1, 18)”. (AI n. 2)
È una Lettera ad ogni credente, ad ogni cristiano, a chi crede e a chi non crede, perché la Parola di Dio è parola diretta ad ogni uomo. “La Bibbia, infatti, non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Essa appartiene, anzitutto, al popolo convocato per ascoltarla e riconoscersi in quella Parola”. (n. 4)
È con questo intento che, al termine della santa messa che si celebrerà in San Pietro domenica 26 gennaio, il Papa consegnerà 40 Bibbie a 40 persone diverse per status, vocazione e fede: “in rappresentanza di tante espressioni della nostra vita quotidiana: – dice Mons. Fisichella nella Conferenza stampa di presentazione della Giornata – dal vescovo allo straniero; dal sacerdote alle catechiste; dalle persone consacrate al poliziotto e alla guardia svizzera; dagli ambasciatori dei vari continenti ai docenti universitari e maestri di scuola primaria e secondaria; dal povero al giornalista; dal Gendarme al detenuto che sta scontando l’ergastolo in stato di semilibertà; da alcune famiglie a Nicolò Zaniolo in rappresentanza degli sportivi; la riceveranno anche un rappresentante delle Chiese Ortodosse e delle Comunità Evangeliche. Insomma, a tutti viene affidata la Sacra Scrittura per indicare l’attenzione che siamo chiamati a porre alla Parola di Dio, perché non rimanga un libro nelle nostre mani, ma diventi piuttosto una provocazione continua perché sia di preghiera, lettura, meditazione e studio. Questa Domenica, vuole provocare i cristiani tutti a non porre la Bibbia come uno dei tanti libri nello scaffale di casa, forse riempiti di polvere, ma uno strumento che risvegli la nostra fede”.
Tante le iniziative organizzate dalle diverse diocesi per vivere questa domenica. Nel pomeriggio della prima Domenica della Parola, in Piazza Navona, nella Chiesa di Sant’Agnese, dalle 16 alle 19 tante personalità in rappresentanza di varie categorie, si alterneranno per la lettura continuata del Vangelo di Matteo. “La scelta di questo Vangelo – dice ancora Mons. Fisichella, dipende dal fatto che è il Vangelo che sarà letto nelle domeniche di quest’anno e, pertanto, si presta ad essere di introduzione alla preghiera e alla meditazione che i fedeli avranno nel corso del 2020”.
C’è anche un’icona che accompagna questa domenica, quella dei discepoli di Emmaus. Scelta di certo non causale, che tra l’altro dà il titolo alla Lettera del Papa: Aprì loro le menti (Aperuit illis). “L’icona è opera di suor Marie-Paul Farran, religiosa egiziana, ed evidenzia i molteplici aspetti che convergono sulla Domenica. Tutta la scena del Logo infatti “non fa altro che ricordare il cuore stesso della Domenica della Parola di Dio: l’annuncio di Cristo Risorto non può trovare i discepoli stanchi né oziosi ma dinamici nel ritrovare sempre linguaggi nuovi per permettere che la Sacra Scrittura sia regola viva della vita della Chiesa”. (Mons. Fisichella)
L’icona dei discepoli di Emmaus è anche l’icona portante per la spiritualità e l’annuncio del Centro Volontari della Sofferenza. Lo Statuto ce la presenta come modello di annuncio e di accompagnamento di tutte le persone sofferenti che, nell’ascolto amoroso della Parola, trovano il senso della vita, la speranza e l’audacia della vita del Risorto che a tutti porta salvezza.
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