Sulle pagine dell’Avvenire di oggi, 2 aprile, i ragazzi del Gruppo attivo di Bari fanno parlare di sé.

Viene segnalata e raccontata brevemente il loro impegno di riflessione in questo tempo in cui non possono incontrarsi fisicamente.
“Di solito – racconta la responsabile Annalisa Caputo – vediamo i nostri ragazzi, giovani adulti tra i 25 e i 40 anni, due-tre volte la settimana, con catechesi adattate e un laboratorio artigianale. Ora abbiamo creato una chat con un gruppo Whatsapp (una cinquantina tra ragazzi, genitori e noi operatori) aperta quattro volte al giorno, a orari stabiliti. Prima la preghiera del mattino, con il nostro assistente spirituale e le intenzioni dei ragazzi. Poi fanno un compito, per lo più disegni, condiviso nel secondo appuntamento. Al pomeriggio la catechesi. Quarto appuntamento è il gioco: canti sul balcone, o puzzle, disegni e musica». Per tutti, una vita diversa: «I ragazzi vorrebbero incontrare gli amici, ma ci insegnano un modo nuovo di vivere le relazioni, forse anche perché nel loro essere molto dipendenti, sono capaci di essere aderenti alla vita, obbedienti alla realtà. Finita la quarantena, dovremo far tesoro della bellezza dello stare insieme che abbiamo sperimentato in questo periodo”.

Guarda anche questo articolo