Papa Francesco durante la catechesi all’Udienza generale tenutasi ieri, 1 aprile, nella Biblioteca del Palazzo Apostolico per le misure di contrasto alla pandemia da coronavirus, ha magistralmente sintetizzato l’autentico significato del termine “fede”, della modalità con cui riusciamo a percepire Dio nei nostri cuori.
Dice il Papa: “Per vedere Dio non serve cambiare occhiali o punto di osservazione, o cambiare autori teologici che mi insegnino il cammino: bisogna liberare il cuore dai suoi inganni! Questa strada è l’unica. Questa è una maturazione decisiva: quando ci rendiamo conto che il nostro peggior nemico, spesso, è nascosto nel nostro cuore. La battaglia più nobile è quella contro gli inganni interiori che generano i nostri peccati. Perché i peccati cambiano la visione interiore, cambiano la valutazione delle cose, ti fanno vedere cose che non sono vere, o almeno che non sono così vere”.
Scriveva il beato Luigi Novarese sull’Ancora, n. 4, del dicembre 1950: “Maria oggi, sarà ancora mezzo per vedere Dio come Egli è, faccia a faccia mediante gli occhi della stessa nostra carne. Salve, o Vergine Immacolata, gloriosamente Assunta in Cielo in corpo ed anima, noi Ti salutiamo oggi con la Santissima Trinità, che si compiace di averti così elevata al disopra di tutto l’universo. Noi Ti veneriamo, crediamo in Te, Ti vogliamo seguire, misticamente uniti, come Te, al sacrificio della Croce, per essere ancora con Te uniti per tutta l’eternità in corpo ed anima in Paradiso per tutti i secoli dei secoli”.