57ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (3 maggio 2020)

Veramente tutte da meditare le parole contenute nel Messaggio di papa Francesco per la 57ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. In una precedente lettera offerta ai sacerdoti nell’agosto scorso in occasione del 160° anniversario della morte del santo Curato d’Ars il Papa scelse quattro parole-chiave; dolore, gratitudine, coraggio e lode. Oggi, scrive il Santo Padre, “in questa 57ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, quelle parole si possano riprendere e rivolgere a tutto il Popolo di Dio, sullo sfondo di un brano evangelico che ci racconta la singolare esperienza capitata a Gesù e Pietro durante una notte di tempesta sul lago di Tiberiade (cfr Mt 14,22-33)”.

Un messaggio questo del Papa in cui si evidenziano soprattutto le basi su cui poggia la vocazione, quelle basi che la devono rafforzare e nutrire nonostante gli inevitabili limiti umani.
A proposito di ciò scrive papa Francesco: “Ciò che spesso ci impedisce di camminare, di crescere, di scegliere la strada che il Signore traccia per noi sono i fantasmi che si agitano nel nostro cuore. Quando siamo chiamati a lasciare la nostra riva sicura e abbracciare uno stato di vita – come il matrimonio, il sacerdozio ordinato, la vita consacrata –, la prima reazione è spesso rappresentata dal “fantasma dell’incredulità”: non è possibile che questa vocazione sia per me; si tratta davvero della strada giusta? Il Signore chiede questo proprio a me?”.
Quindi ogni vocazione, sia essa religiosa o di natura laica, necessita innanzi tutto di una sana coerenza per viverla nella sua intima essenza, senza sbandamenti di sorta.

Qui il messaggio del Papa