Papa Francesco nell’Udienza generale di oggi, 8 aprile, ha considerato alcune istanze che possono inevitabilmente presentarsi in questo periodo di quarantena. “In queste settimane di apprensione per la pandemia che sta facendo soffrire tanto il mondo – ha detto il Papa – tra le tante domande che ci facciamo, possono essercene anche su Dio: che cosa fa davanti al nostro dolore? Dov’è quando va tutto storto? Perché non ci risolve in fretta i problemi? Sono domande che noi facciamo su Dio”.
Domande tipiche delle creature esposte ad eventi più grandi d loro, indifese, un po’ come coloro che assistevano inermi alle violenze nei campi di sterminio e si domandavano dove fosse Dio in quel drammatico momento. C’è una frase che colpisce nel discorso del Papa e che deve farci riflettere; “la Croce è la cattedra di Dio”, è il libro dal quale si attinge il senso dell’umano patire che non ha risposte razionali ma si rileva nella Passione stessa di Gesù. Il dolore, il disagio, la malattia, non sono punizioni divine ma ciò lo si può comprendere soltanto se letto attraverso gli occhi della fede, una fede coriacea, forte, consapevole, vissuta.
Papa Francesco ci esorta tutti ad andare avanti con fiducia e ci da un prezioso consiglio: “In questi giorni, tutti in quarantena, a casa, chiusi, preghiamo con queste due cose in mano: guardiamo il Crocifisso e apriamo il Vangelo. Questa sarà per noi – diciamo così – come una grande liturgia domestica, perché in questi giorni non possiamo andare in chiesa. […] Non dimenticatevi: Crocifisso e Vangelo”.