Oggi, 29 aprile presso il santuario della Madonna del Sangue a Re (Vb) si celebra la festa che ricorda il miracolo del 1494. Il momento culminante è proprio la “messa del miracolo” che si celebra nel pomeriggio ancor prima che Pio XII autorizzasse la cosiddetta “messa vespertina”, grazie a un indulto di Pio IX. Come testimonia padre Giancarlo Julita, per trent’anni rettore basilica «In quello che allora, il 1494, era un piccolo villaggio appartenente al ducato di Milano c’era una chiesetta dedicata a san Maurizio. Sul muro esterno si trovava un affresco raffigurante la Madonna che allatta Gesù Bambino. La sera del 29 aprile, infuriato perché aveva perso al gioco della piodella, che consisteva nel gettare un sasso il più vicino possibile a delle monete sparse in terra, un valligiano, Giovanni Zucono, poi soprannominato Zuccone, scagliò un sasso contro l’affresco, colpendo in piena fronte l’immagine della Vergine». Paradossalmente, fu proprio questo gesto sacrilego ha cambiare la storia di Re – piccola località della Val Vigezzo – dove ora sorge anche la “Casa Cuore Immacolato di Maria” un ampio edificio destinato a Casa per Esercizi spirituali per ammalati ed ora anche come RSA, costruita attraverso una grande fede nel Signore, nella Vergine Santa e fiducia massima verso la Divina Provvidenza dal beato Luigi Novarese con una somma iniziale di 9.200 lire offerta dagli ammalati, dimostra quanto egli confidasse nell’aiuto della Provvidenza. Nella casa di Re migliaia di ammalati hanno potuto formarsi ed hanno compreso il valore della sofferenza, sentendosi stimolati a far conoscere anche ad altri l’ideale del Centro. L’ammalato ha capito il suo ruolo di soggetto di azione nella Chiesa, mentre prima era considerato solo oggetto di carità.