Oggi si celebra il centenario della nascita di Karol Wojtyla tanto amato dal popolo di Dio che l’ha voluto santo subito. Un Pontefice vicino all’apostolato dei sofferenti al quale non ha mai negato la sua fattiva presenza e il suo appoggio spirituale, che ben conosceva l’umano patire e che ha saputo cogliere la preziosità del soffrire come una vocazione vera e propria, sebbene quella del dolore rappresenterà sempre una dimensione misteriosa e non spiegabile laddove si volesse utilizzare la sola ragione.
Giovanni Paolo II, nell’esortazione apostolica Salvifici doloris, ha voluto mettere in luce il «nuovo senso» che la sofferenza acquista nel momento in cui è assunta dalla persona del Verbo fatto carne. Essa appare così «legata all’amore, a quell’amore del quale Cristo parlava a Nicodemo, a quell’amore che crea il bene ricavandolo anche dal male, ricavandolo per mezzo della sofferenza, così come il bene supremo della redenzione del mondo è stato tratto dalla Croce di Cristo, e costantemente prende da essa il suo avvio» (SD 18). I valori acquisiti dalla sofferenza nel compimento dell’umana redenzione, sono indicati coi termini classici di valore sostitutivo, redentivo, sacrificale. La sofferenza del Cristo rivela pertanto la sua pienezza solo quando è vista in rapporto alla risurrezione: è in questo evento che viene completata la «eloquenza della sofferenza» (SD 20). Qui sta la risposta piena. Al di fuori della risurrezione, anche la sofferenza di Cristo non avrebbe modo di esprimere tutta la sua efficacia ed il suo significato.
Il beato Novarese e san Giovanni Paolo II avevano in comune anche l’interesse per gli Esercizi spirituali che ritenevano di fondamentale importanza per creare quella sinergia tra la creatura e il suo Creatore che costituisce la base sicura di un spiritualità autenticamente vissuta.
Ricordando oggi Papa Giovanni Paolo II così egli presentò gli Esercizi spirituali ai membri della Federazione Italiana Esercizi Spirituali (FIES): «Una forte esperienza di Dio, suscitata dall’ascolto della sua Parola, compresa ed accolta nel proprio vissuto personale, sotto l’azione dello Spirito Santo, che, in un clima di silenzio e di preghiera e con la meditazione di una Guida spirituale, dona la capacità di discernere, in ordine alla purificazione del cuore, alla conversione della vita e alla sequela di Cristo, per il compimento della propria missione nella Chiesa e nel mondo» (Giovanni Paolo Il, febbraio 1994).

VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI GIOVANI DI CRACOVIA
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI SAN GIOVANNI PAOLO II