Domenica prossima, 14 giugno, papa Francesco presiederà la Messa in occasione della Solennità del Corpus Domini presso l’Altare della Cattedra nella Basilica Vaticana. Circa 50 i fedeli presenti alla celebrazione, che inizierà alle 9.45 e si concluderà con l’esposizione del Santissimo e la benedizione eucaristica, così come è avvenuto nelle Messe a Santa Marta trasmesse in diretta streaming dal 9 marzo al 17 maggio, nel periodo in cui in Italia e in altri Paesi non erano possibili le celebrazioni col popolo a causa della pandemia.

Le origini della Solennità del Corpus Domini risalgono al XIII secolo. Nel 1215, di fronte a quanti asserivano la presenza simbolica e non reale di Cristo nell’Eucaristia, il Concilio Lateranense IV afferma la verità della Transustanziazione, che il Concilio di Trento nel 1551 ribadirà in modo definitivo: con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. In Belgio, in seguito alle esperienze mistiche di Santa Giuliana di Cornillon, viene istituita nel 1247 una festa locale a Liegi. Dopo qualche anno, nel 1263, un sacerdote boemo giunto a Bolsena è afflitto dal dubbio circa la presenza reale di Gesù mentre celebra la Messa: durante la consacrazione, dall’Ostia spezzata escono alcune gocce di sangue. Dopo questo evento, Papa Urbano IV decide nel 1264 di estendere a tutta la Chiesa la Solennità del Corpus Domini.

In merito alla presenza viva di nostro Signore Gesù Cristo nell’eucaristia, così si esprimeva i Beato Luigi Novarese: “Il Cristo va presentato con poche parole ma ben centrate, da cui sia evidente che Egli non è un mito, ma il vero Uomo Dio, di cui la Storia ha lasciato le Sue prove, che si è incarnato, che ci ha parlato e che continua a camminare con noi nella diuturnità della vita, unendoci al Suo Corpo Mistico o venendoci a trovare nella realtà presente e viva dell’Eucaristia”.