“Ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta”.
Iniziava così il discorso di papa Francesco, a Lampedusa, l’8 luglio del 2013. Il Papa vi si era recato per manifestare la sua solidarietà a tutte i migranti morti in mare, naufragati “da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte”.
A sette anni di distanza, Francesco celebra a Santa Marta una messa e per riproporre ancora la domanda sempre aperta di Dio: “Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io. Ma Dio chiede a ciascuno di noi: «Dov’è il sangue del tuo fratello che grida fino a me? Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!”.
Il Papa condivide anche un ricordo personale di quella giornata. “Alcuni mi raccontavano le proprie storie, quanto avevano sofferto per arrivare lì. E c’erano degli interpreti. Uno raccontava cose terribili nella sua lingua, e l’interprete sembrava tradurre bene; ma questo parlava tanto e la traduzione era breve. “Mah – pensai – si vede che questa lingua per esprimersi ha dei giri più lunghi”. Quando sono tornato a casa, il pomeriggio, nella reception, c’era una signora, figlia di etiopi. Capiva la lingua e aveva guardato alla tv l’incontro. E mi ha detto questo: “Senta, quello che il traduttore etiope Le ha detto non è nemmeno la quarta parte delle torture, delle sofferenze, che hanno vissuto loro”. Mi hanno dato la versione “distillata”.
Sono sempre pochi, d’altra parte, coloro che sono disposti ad ascoltare il racconto doloroso delle vicende degli altri che, comunque, rimangono sempre a debita distanza dalla nostra vita.
Non è stato certo per caso che il Papa, recentemente, abbia inserito l’invocazione “Maria, conforto dei Migranti” nelle litanie mariane.
Ma lei, “la Vergine Maria, Solacium migrantium, ci aiuti a scoprire il volto del suo Figlio in tutti i fratelli e le sorelle costretti a fuggire dalla loro terra per tante ingiustizie da cui è ancora afflitto il nostro mondo”.