La celebrazione del Natale è intimamente connesso al mistero pasquale. Quest’ultimo non si potrebbe comprendere senza il senso e il valore dell’ Incarnazione. E attraverso i due misteri dell’Incarnazione e della Redenzione che si realizza il disegno divino e la salvezza dell’umanità.

Il Mistero così inteso ci ricorda che oggi siamo chiamati a vivere bene il presente. Il presente è un dono. Per questo l’oggi si chiama anche presente.

Molta sofferenza può essere causata dal fatto che si vive guardando al passato o prospettandosi nel futuro. Sfuggiamo così l’unico momento vero che ci è dato di vivere: l’oggi; il qui ed ora. La vita, diceva Santa Teresa di Lisieux, è un istante che passa e il tempo per amare il Signore è l’oggi.

Alcuni vivranno il Natale con l’intima gioia di preparare il presepe, altri lo vivranno senza una persona cara. Ci sarà chi lo trascorrerà in ospedale, o al confine, o avvolto di cartoni nella fessura di una stazione. I bambini, quelli rimasti ancora bambini impareranno poesie, parleranno a Gesù bambino. I grandi forse ricorderanno quando erano bambini con nostalgia. Tutti, comunque, intorno ad un Mistero che parla di Gesù e di Lui solo.

Il primo appuntamento fu dato a persone semplici, a dei piccoli. A Betlemme, borgo di pastori, un angelo li inonda di luce e dice loro “Questo per voi il segno troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. I pastori giunsero o meglio furono raggiunti.

Nel testo di Luca non compaiono più le fasce, ma Maria e Giuseppe. Sono loro le fasce che con tenerezza avvolgono il piccolo Gesù. Lo capiscono anche i bambini che Gesù vuol essere accolto da un cuore di fasce. Forse lo capiscono solo i bambini? Bisogna sempre spiegargliele le cose ai grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. I bambini devono essere indulgenti coi grandi (Saint- Exupery).

Basterà un gesto semplice allora, una parola di quelle vere per accorgersi che è il 25 dicembre.

Natale sei tu quando decidi di nascere di nuovo e lasciare entrare Dio nella tua anima. Le luci sei tu quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà, la pazienza e l’allegria. (Papa Francesco)

E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che speri con quelli che disperano o sono nella povertà. Permetti al Signore di rinascere per donarlo ai fratelli. Cristo ama la fanciullezza verso la quale orienta il comportamento degli adulti (San Leone Magno), maestra d’umiltà, d’innocenza, modello di mansuetudine, che accettò nell’anima e nel corpo dal grembo della madre fino al supplizio della croce. E orienta il comportamento degli adulti.

L’attesa sia dunque, attiva, serena, fiduciosa.

Non si devono incrociare le braccia, ma fare tutto ciò che dipende da noi per incontrare Cristo e i fratelli. In fondo ci viene incontro un Bambino. Quando ci comportiamo con generosità nei confronti di Dio e dei fratelli non abbiamo nulla da temere. Non sa forse il Signore di quale creta siamo impastati? Ci ricordi perciò questo Natale che Dio ci ama, altrimenti non esisteremmo e che ogni atto d’’amore commuove il Suo Cuore qui e per l’eternità. Santo Natale a tutti!