La Radio progettata e costruita da Guglielmo Marconi, su incarico di Pio XI, compie 90 anni. Oggi l’emittente della Santa Sede parla 41 lingue.

Il beato Luigi Novarese collaborò alacremente con la Radio offrendo memorabili programmi dedicati ai sofferenti.

Il 7 ottobre 1949 sostenuto da Mons. Giovanbattista Montini (futuro Papa Paolo VI), il beato Luigi Novarese ottenne da Sua Santità, Pio XII, l’autorizzazione di iniziare “Il Quarto d’Ora della serenità“, trasmissione radiofonica settimanale per tutti gli infermi, presso la Radio Vaticana. Questa trasmissione riuscì a raggiungere un alto numero di ascoltatori e stimolò anche preziose vocazioni come quella del venerabile Giunio Tinarelli.

Nel luglio 1950 per la prima volta viene attuata una “tre giorni” per gli infermi in preparazione alla S. Pasqua dalla Radio Vaticana in collegamento con la R.A.I. (programma nazionale).

Oggi, celebrando questo novantesimo, si guarda avanti, con la forza e la consapevolezza delle radici e il desiderio di portare nel mondo la luce del Vangelo. Per ogni buon cammino è necessaria la consapevolezza della provenienza e sapere in quale direzione si va. La Radio Vaticana ha una grande storia di servizio, a sostegno della fede, della libertà, della verità, della Chiesa, una storia scandita da decenni di gestione dei Gesuiti, che tutt’ora sono di guida in molte redazioni. Pio XI, nel primo radiomessaggio, si rivolse “a tutte le genti e ad ogni creatura”; attraverso la Statio Radiophonica Vaticana Pio XII fece appello tramite i microfoni affinché le tensioni non precipitassero nel baratro della Seconda Grande Guerra: in quegli anni bui la Radio svolse un servizio mirabile facendo da ponte, aiutando ad avere notizie sulla sorte di migliaia di persone disperse o prigioniere.

E fu proprio in quegli anni (il primo maggio del 1942) che mons. Novarese su invito di Mons. Giovambattista Montini, iniziò a lavorare presso la Segreteria di Stato Vaticana – Ufficio CIFRA – informazioni sui prigionieri di guerra e, verso la fine del secondo conflitto mondiale (dal 1943 al 1945) ricevette anche alcuni incarichi rischiosi per portare gli aiuti del Vaticano all’opera caritativa di alcuni vescovi.