Don Luigi Novarese stava ancora frequentando la scuola di Diritto Canonico quando fu invitato, nel 1941, a lavorare in Segreteria di Stato dove fu assunto definitivamente da S. E. mons. Montini nel maggio del 1942. Lo stipendio che ha ricevuto prima come dipendente della Segreteria di Stato e poi come pensionato è stata l’unica base economica sicura sulla quale ha impiantato tutta la sua Opera (mons. Novarese stesso lo notava sorridendo).
Presso la Segreteria di Stato mons. Novarese ha lavorato prima nell’Ufficio della Cifra, poi nell’Ufficio Informazioni. Durante la guerra (negli anni ‘43 45) ha ricevuto anche alcuni incarichi rischiosi per portare gli aiuti del Vaticano all’opera caritativa di alcuni Vescovi.
Quantunque il lavoro di Ufficio lo impegnasse mattina e pomeriggio, ed Egli si distinguesse per l’impegno nel lavoro, Egli ha tenuto costantemente aperti la mente ed il cuore al lavoro pastorale dove più direttamente si esercita il ministero sacerdotale.
Prestò infatti il suo aiuto come coadiutore prima nella Parrocchia di S. Saturnino, poi nella Parrocchia dei Santi Patroni.
Il suo lavoro di Ufficio presso la Segreteria di Stato di Sua Santità gli ha offerto delle esperienze e dei rapporti personali che gli sono stati molto preziosi per la sua vita e per la Sua Istituzione:
Il lavoro nell’Ufficio Informazioni lo ha abilitato anche nel suo impegno di scrittore, di conduttore di una trasmissione radiofonica presso la Radio Vaticana (“Il quarto d’ora della Serenità” per tutti gli infermi), di Direttore responsabile di riviste (“L’Ancora”, “L’Ancora nell’Unità di Salute”) da lui fondate,
Il metodo di lavoro degli Uffici della Segreteria lo ha poi trasferito, con i dovuti adattamenti, al lavoro degli Uffici della Direzione Centrale della Sua Opera: Corrispondenza, Archivio, distribuzione dei compiti, gestione degli Uffici stessi.
Il tipo di rapporto stabilito col Suo diretto Superiore che fu prima S. E. mons. Montini, poi S. E. mons. Dell’Acqua è stato tale da collocare la sua Opera nel sicuro binario della volontà di Dio (autenticata costantemente dai Superiori) e del servizio della Chiesa (alle cui dipendenze la poneva).
Il criterio sicuro per la soluzione delle difficoltà seguito in Vaticano: riferire ai Superiori, stare alle loro direttive e non gravarli dei propri problemi, è stato poi il criterio stesso che ha sempre seguito non solo per sé, ma che ha insegnato ai suoi Figli spirituali.
Le numerose qualificate amicizie da lui contratte con i Colleghi di Ufficio e da lui sempre coltivate nella normale semplicità e cordialità, sono state in molte circostanze di sostegno, di consiglio, di collaborazione in varie Sue iniziative pastorali. Gli attestati di stima e di ammirazione che hanno avuto per lui, dopo la sua morte, molti cardinali e vescovi italiani e stranieri, si riferiscono all’intero arco della Sua vita sacerdotale durante la quale tutti hanno potuto constatare i motivi ispiratori del suo operare e i doni che il Signore per mezzo suo ha diffuso nella Sua Chiesa.
Rimase alle dipendenze della Segreteria di Stato fino al 12 maggio 1970 quando ne fu distaccato per seguire esclusivamente l’assistenza religiosa ospedaliera d’Italia di cui era stato incaricato fin dal 1962.

[dal Summarium super dubio – Causa di Beatificazione mons. Luigi Novarese]