Otto anni fa, l’11 maggio del 2013, la Basilica di San Paolo Fuori le Mura brulicava di persone con magliette e berretti gialli, segni identificativi dei CVS di vari luoghi e nazioni. La gioia sui volti, nonostante la fatica dei viaggi, perché quel giorno è diventato beato il Fondatore, Luigi Novarese.

Essere beati, tuttavia, non basta. Oggi, come ieri, “l’evangelizzazione nel vasto mondo della salute è compito di ogni credente, perché è un servizio che fa parte integrante della missione della comunità ecclesiale. Il fervore apostolico che ha consumato la vita del Beato Luigi Novarese è un dono che Dio ha fatto alla sua Chiesa, e che oggi la Chiesa indica ai suoi membri. Ci aiuti ad esserne umili, fedeli e coraggiosi imitatori la sua intercessione, insieme con quella di Maria Santissima, che egli amò immensamente”.  (Dall’omelia per la beatificazione)

Il Papa ci dice che “sfogliare l’album dei ricordi aiuta a comprendere le radici della nostra fede. Ma guardare al futuro, scuola di speranza aiuta a vivere il presente, il tempo della concretezza.

Un saluto a chi c’era; un ricordo a chi non c’è più; un compito e un grazie per chi c’è adesso!