Nel momento attuale ci sono segni che indicano la via per la riscoperta dell’autentico culto al Cuore di Cristo, e che tale culto può aiutare i fedeli a vivere in modo integrale la loro fede, sia nella loro relazione con Dio sia nei rapporti con i fratelli e la società.

E’ stato rilevato anche che l’uomo di oggi è particolarmente sensibile al dono di sè, alla verità, alla autenticità, alla solidarietà, al senso della giustizia sociale, ad esperienze forti di preghiera e di servizio: valori positivi che lo rapportano al Cuore di Cristo non solo come all’ideale ispiratore, ma anche come a Colui che permette e facilita la loro realizzazione.

D’altra parte l’uomo di oggi è afflitto dall’angoscia esistenziale, dalla solitudine, dalla sete smodata del benessere, dalla indifferenza verso gli altri ed i loro problemi, dallo sfruttamento e sovente dall’evasione per mezzo dei mass-media e degli stupefacenti.

Il Cuore di Cristo con le parole “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò” (Mt. 11,28), “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv. 14,6) gli indica la vera soluzione alla gravità dei mali e dei problemi che lo affliggono.

Un’adeguata catechesi del Cuore di Cristo richiede quali temi essenziali la conoscenza:

  • della Persona Divina di Gesù nella sua duplice natura divina ed umana, sulla base della Sacra Scrittura, della tradizione e del Magistero;
  • del mistero della Redenzione nei suoi culminanti momenti dell’incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo;
  • del mistero dell’Eucarestia, sacrificio di espiazione e nutrimento, culmine e sorgente della vita, della comunione ecclesiale e della sua missione nel mondo, punto privilegiato d’incontro fra l’uomo e l’amore palpitante di Cristo specialmente attraverso la Comunione e l’adorazione;
  • della dottrina dello Spirito Santo (oggi particolarmente presente nel rinnovamento della chiesa), quale dono del Cuore di Cristo (Cfr. Enc. Haurietis Aquas, n. 50);
  • della B.V. Maria, Madre di Dio, singolarmente venerata oggi, quale “dono preziosissimo del Cuore Sacratissimo di Gesù” (Cfr. H.A. n. 46);
  • della realtà del peccato: necessità di formarsene una coscienza viva e retta (in un momento di tanto permissivismo); urgenza della riparazione e la misericordia di Dio Padre che si rivela in Cristo;
  • del ruolo della carità, quale virtù e comandamento, nel mistero della salvezza;
  • del “Cuore trafitto del Redentore” (Cfr. H.A. n. 58-59) presentato quale espressione più viva del suo amore e di tutta la sua vita interiore, quale somma e sorgente di tutte le virtù cristiane e quale modello supremo di ogni atteggiamento religioso ed umano, individuale e sociale.

[Beato Luigi Novarese, L’Ancora, n. 10, ottobre 1977]