La notizia della morte di mons. Luigi Novarese, la mattina del venerdì 20 luglio 1984, rimbalzò improvvisamente attraverso la stampa e la Radio Vaticana, suscitando una profonda emozione, sia all’interno che all’esterno della sua opera.

Il primo ad essere avvertito fu il Santo Padre Giovanni Paolo II che si trovava a Castel Gandolfo. Nell’apprendere la notizia, il Papa disse: “Questa è una perdita non solo per la sua opera, ma per la Chiesa universale”. Egli conosceva personalmente Monsignor Novarese, lo stimava ed apprezzava il suo lavoro per gli ammalati. Un giorno con il cardinal Felici aveva detto, nei riguardi del SdD: “E’ un sacerdote molto zelante”.

Il primo ad accorrere fu il Vicario Generale di Frascati e subito dopo il Card. Paolo Bertoli. Subito dopo arrivarono: il Card. Silvio Oddi, il Card. Pietro Palazzini, il Card. Opilio Rossi e tanti Vescovi e personalità a visitare la sua salma esposta nella cappella dove la vigilia aveva tenuto l’ora di Adorazione con il Santissimo solennemente esposto […].

La salma fu trasportata a Roma, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, chiesa affidata dal Vicariato a Monsignor Novarese e dove si svolse il funerale la mattina di domenica 22 luglio. La chiesa di Santa Maria del Suffragio, in Via Giulia, era gremita di ammalati e fratelli sani, oltre che dai membri delle comunità arrivati dall’Italia e dalle case all’estero: Lourdes, Fatima, Gerusalemme, Svizzera.

Attorno alla salma esposta in chiesa, il conte Francesco Bonmartini, piangendo disse ad alta voce: “Mons. Novarese mi ridonò la salute ed oggi sono qui a piangere il mio benefattore”.

A molti sembrava impossibile la sua dipartita, tanto era viva e forte la sua presenza in tutti i settori della sua vasta attività.

Ma subito si ricordarono anche che egli diceva sempre di guardare non a lui, ma all’Immacolata, che era la vera “Fondatrice e l’unica padrona e madre” di tutta l’Associazione.

Le espressioni che subito si sentirono furono: “era veramente un uomo di Dio”, “un sant’uomo”, “un sacerdote santo”, “un vero prete”. Si elevò da ogni parte un coro unanime di ammirazione e di lode alla sua persona e alla sua attività, non convenzionale, ma sincera e profonda.

 

[Fonte: Summarium super dubio – Causa di Beatificazione Mons. Luigi Novarese]