Una vera novità nella vita della Chiesa.

 

Quando mons. Novarese ne parlò ai colleghi d’ufficio, sembrò ad essi un sognatore: “Gli Esercizi spirituali sono roba per frati, preti e monache, non per ammalati. Vada per i pellegrinaggi! Ma gli Esercizi, poi…”.

Scrisse mons. Novarese: “Attuare corsi di Esercizi Spiritua­li sulla valorizzazione della sofferenza è il nostro compito, la nostra attività specifica per raggiungere il nostro fine in esten­sione e profondità. Questa è la caratteristica di questo apostola­to. E’ questa una nuova forma di apostolato che nasce in Italia e che si estende ormai all’estero, diretto alla maggior gloria di Dio e della sua celeste madre, mediante l’attuazione dei messaggi da Essa rivolti al mondo da Lourdes e da Fatima” (novembre 1953). Il primo Corso si svolse dunque presso il Santuario di Oropa (Vercelli) nei giorni 9‑15 settembre 1952.

Fu “un esperimento” che rivelò il piano di Dio:

‑ L’8 settembre, vigilia della partenza, Pio XII ricevette in udien­za privata il Servo di Dio Giunio Tinarelli che chiese al Papa u­na speciale benedizione per questo primo corso di esercizi perché l’Associazione “mettesse radici profonde”, ed il Papa fu lieto di impartirla, commosso per la testimonianza di fede che gli veniva da questo barellato tutto anchilosato.

‑ Mons. Novarese trovò nel cassetto della sua scrivania a Monte Savello 400.000 lire, somma necessaria per pagare i biglietti ferroviari, e non ha mai saputo chi li abbia messi perché nessuno era entrato nella sua stanza, dopo essersi accertato che in casa non c’era una lira.

‑ I 48 ammalati (di cui 18 barellati) e fratelli partecipanti vennero da varie province e regioni d’Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Umbria, Roma: un gruppo di autentici pionieri che diffusero l’apostolato nelle rispettive Regioni, alcuni dei quali morti in concetto di santità (Giunio Tinarelli, Cristiano Pavan, Luigi D’Astore, Ornella Colli, Bonmassar Raffaella, Beatrice Galli, Bruna Burba, Abetondo Prosperina, Delia Aresu…)

‑ Venne sperimentata l’impostazione dei Corsi di Esercizi Spirituali che sarebbe poi stata adottata nella Casa di Re e in tutte le Case dell’Associazione: tre giornate di riflessione, meditazione, anche silenzio sul metodo ignaziano (temi: fine dell’uomo, vocazione del malato, peccato, misericordia, novissimi, il Divin Crocifisso, l’Eucaristia, la Vergine Immacolata) e due giornate di studio sulla valorizzazione della sofferenza: come impostare l’apostolato del malato nei propri ambienti (parrocchia, Istituto, Diocesi), la vita di gruppo (“il gruppo d’avanguardia” del Centro Volontari della Sofferenza), come avvicinare altri ammalati. Tali incontri per l’apostolato venivano fatti di preferenza all’aperto, con la partecipazione attiva di tutti.

‑ Proprio durante uno di questi incontri si parlò della necessità di fare ancora gli Esercizi. Ma dove? Come portare ammalati barellati in una casa come quella di Oropa dove c’erano tante scale? Nacque allora l’idea di costruire una Casa per gli Esercizi spirituali per ammalati.

 

[Fonte: Summarium super dubio Causa di Beatificazione Mons. Luigi Novarese]