Il Verbo Eterno, incarnandosi consacra la Sua Per­sona all’umanità.

Dinanzi a tanta incommensurabile umiltà viene spontanea la domanda: ma l’umiltà che cos’è?

L’umiltà è il riconoscimento dinanzi a Dio di quel che siamo e di quel che abbiamo, ponendo a Sua di­sposizione i talenti ricevuti, confessando le proprie colpe, riconoscendo la Sua infinita misericordia, ap­poggiandoci su di Lui per qualsiasi nostra impresa.

Ne consegue evidentemente che, con attenzione, dobbiamo vedere e distinguere ciò che di veramente nostro abbiamo nell’ordine della natura e della grazia; coraggiosamente tirare le somme su quel che resta, scoprendo così, a nostra intima soddisfazione, che tutto ciò che di buono e bello è in noi è opera dei Si­gnore: così che con l’Immacolata possiamo affermare: «ha fatto in me grandi cose Colui che è potente».

  1. Paolo con perfetta umiltà esclama: «Dio elegge le cose che non sono per confondere quelle che so­no», ossia, Dio sceglie gli umili, i deboli, gli indotti, ma fiduciosi ed operosi con la Sua grazia, per confon­dere i potenti.

Ma la nostra mente viene ancora maggiormente il­luminata quando osserviamo il piano stabilito da No­stro Signore Gesù Cristo per rimanere con noi sempre attraverso i secoli: l’umiltà è la via regia che Egli an­cora sta percorrendo fino alla Sua seconda venuta.

Consideriamo il Santo Mistero dell’Eucarestia: la Messa e la Sua permanenza con noi nelle Speci Euca­ristiche.

Sia sufficiente considerare il consacrante, in sé e nelle circostanze di celebrazione; il fedele che sosta in Chiesa dinanzi al Cristo, vivo e reale, il Quale lo sta guardando ed ascoltando; i lunghi abbandoni dei Cri­sto vivente nei Tabernacoli di tutto il mondo, le irrive­renze ed anche i sacrilegi con cui Egli è ripagato di così grande amore con cui costantemente si dona.

La materia stessa dei divin sacrificio dice scelta di povertà ed umiltà di mezzi: il pane ed il vino, elementi che sono sulla mensa di tutti e che a tutti vengono con facilità offerti.

Vediamo i Sacramenti, potentissimi nell’efficacia, umilissimi, però, nei loro segni esterni.

La stessa Chiesa, santa e nello stesso tempo co­stantemente bisognosa di purificazione nei suoi mem­bri fino al termine dei secoli.

L’umiltà è la scelta che il Verbo Eterno ha fatto per comunicarsi a noi.

L’umiltà è l’itinerario che si dischiude a chi vuole realmente incontrarsi e vivere con Cristo.

L’umiltà è la via percorsa dall’Immacolata per pri­ma de che Ella presenta a tutti noi che vogliamo met­terci al Suo servizio con la nostra consacrazione che, per debito di sincerità, ci impegna all’imitazione.

Piacere a Dio, al Suo Divin Figlio ed all’Immacola­ta senza umiltà pratica e vissuta, è impossibile.

Se per il Verbo Eterno la via crucis è la via della riconciliazione, uguale deve essere per noi che siamo i salvati e che vogliamo, al servizio di Maria SS.ma, essere strumenti di salvezza.

Che sono i nostri sentimenti di vanagloria, le nostre idee personali, la nostra sapienza dinanzi all’umiliazione subita per noi dall’Uomo Dio?

Ma possibile che non comprendiamo che questa è la vera via che ci porta alla salvezza ed alla gloria dei Cielo? Che attendiamo ad incominciare a percorrerla?

Ci risponde San Paolo: «per me vivere è vivere Cri­sto», tutto il resto «l’ho stimato come spazzatura».

 

[Beato Luigi Novarese, Itinerario dell’Umiltà]