25 novembre 2021

La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e si celebra il 25 novembre in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che governò la Repubblica Dominicana per oltre 30 anni.

La violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani; essa ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Fra le conseguenze ricordiamo: isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. Inoltre i bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di questo tipo si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità, ed è pertanto necessaria una continua opera di formazione e sensibilizzazione delle coscienze.

Secondo il rapporto dell’OMS la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi” e necessita pertanto di un’attenzione adeguata da parte degli Stati e del mondo associativo. In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner. Nei primi 5 mesi del 2020 sono state 20.525 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza, per l’8,6% la violenza ha avuto origine da situazioni legate alla pandemia (ad esempio la convivenza forzata, la perdita del lavoro da parte dell’autore della violenza o della donna).

Papa Francesco, in Amoris Laetitia ha sottolineato come tale violenza sulle donne sia una forma di “codardo degrado” e che la “violenza verbale, fisica e sessuale che si esercita contro le donne in alcune coppie di sposi… contraddice la natura stessa dell’amore coniugale”.

Ascoltare e cogliere i segnali, non lasciare sole le donne, aiutare a denunciare e ad uscire da situazioni complesse… ogni operatore, ogni professionista, ogni cappellano, può essere quella mano tesa che aiuta, accompagna, accoglie.

 

[Fonte: Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana]