Alberico Vitalini, nasce a Roma il 18 luglio 1921. Diplomatosi al Conservatorio di Santa Cecilia, vince il concorso nazionale bandito dalla Radio Italiana ed entra a far parte dell’Orchestra Sinfonica di Roma.

Dal 1950 al 1987 è stato il primo Responsabile dei Programmi Musicali della Radio Vaticana ed è proprio in questa sede che il Maestro Vitalini conosce Monsignor Novarese impegnato nel condurre la trasmissione radiofonica dedicata ai sofferenti intitolata “Quarto d’ora della serenità” iniziata il 7 ottobre 1949.

Tra i due nasce una sincera amicizia che si andrà consolidando nel tempo anche per la dedizione e l’interesse che il Beato Novarese nutrì nei confronti del figlio di Vitalini, Fabio, nato fisicamente sano ma con un grave ritardo mentale. Il ragazzo fu ospitato saltuariamente nelle case di Re, Montichiari e Lourdes, sempre seguito affettuosamente dai Silenziosi Operai della Croce, per interessamento – ovviamente – di mons. Novarese, che era nettamente contrario ai ricoveri coatti per disturbi nervosi. Nel 1982, Fabio Vitalini fu accolto presso la Comunità dei Silenziosi Operai della Croce di Moncrivello (VC).

Monsignor Novarese era un appassionato di musica sacra, in particolare quella composta dal Maestro e presbitero Lorenzo Perosi un interesse, questo, che il Maestro Vitalini riferirà durante la sua testimonianza al processo diocesano per la causa di beatificazione di Monsignore.

Non è un caso che Vitalini è stato l’autore della ricostruzione e revisione dell’opera postuma di Perosi: Le Sette Parole di N.S. Gesù Cristo per soli, coro e orchestra, eseguita la prima volta alla presenza del S. Padre Giovanni Paolo Il nel 1984. A lui si deve la riscoperta e la prima edizione discografica della Messa di Gloria di G. Puccini. Le sue composizioni sono state pubblicate su dischi di diverse edizioni.

Notevole successo ebbe la sua direzione del poema sinfonico-vocale Il Giudizio Universale di Perosi, nell’Aula Paolo VI in Vaticano (240 esecutori, 8.000 spettatori, tra i quali W. Sawallisch che volle complimentarsi con lui). L’attività artistica del Maestro Vitalini ha spaziato dalla composizione alla direzione d’orchestra e i suoi componimenti hanno sempre ottenuto notevoli consensi internazionali.

Vitalini si dedicò anche ai famosi sottofondi musicali degli storici intervalli RAI, in voga negli anni ’60 e negli anni ’70, brani di musica classica arrangiati per orchestra e arpa da lui diretti e la cui esecuzione originale era dell’Orchestra della Radio Vaticana, con Anna Palomba Contadino all’arpa.

I tre brani arrangiati da Vitalini erano: l’Allegro dalla Sonata VI in la maggiore di Pietro Domenico Paradisi (noto anche con il titolo di Toccata per arpa); la Sarabanda dal IV concerto dei Concerts royaux di François Couperin; la Passacaglia dalla suite per clavicembalo n.7 HWV 432 di Georg Friedrich Händel.

Il Maestro Alberico Vitalini è morto a Roma il 9 dicembre 2006, all’età di 85 anni.

 

Chi non ricorda i famosi Intervalli della RAI?

 

Tra gli anni ’60 e gli anni ’70 la Rai utilizzava nei vuoti di programmazione o in presenza di problemi tecnici di trasmissione quali collegamenti via satellite particolarmente problematici o di improvvise interruzioni di programmi in diretta il cosiddetto Intervallo. Inizialmente la sequenza mostrava la parola Intervallo in corsivo sulle immagini di un gregge di pecore con un sottofondo musicale xilofonico, successivamente negli anni settanta in bianco e nero, e poi negli anni ottanta a colori, la sequenza consisteva in una successione di immagini di scorci paesaggistici e di monumenti delle città grandi e piccole d’Italia commentate dal nome del luogo e del particolare visualizzato. Di tanto in tanto compariva anche la parola Intervallo a carattere maiuscolo sulle immagini con e senza didascalia.

 

Dalla testimonianza del Maestro Alberico Vitalini al processo diocesano per la Causa di Beatificazione di Mons. Luigi Novarese

 

Mons. Luigi Novarese, chi potrà mai dimenticarlo? L’averlo conosciuto, caro, indimenticabile Mons. Novarese (1949 – Radio Vaticana) è stato per me un dono privilegiato della Divina Provvidenza e mi vanto di essere devoto della Madonna della Divina Provvidenza (che si venera nella chiesa di San Carlo ai Catinari) alla quale tanto debbo, anche in questo. Quando conobbi Monsignore non avevo ancora 30 anni, quindi non avevo, né potevo avere ancora, cognizione della carità santa che pur traboccava nel suo dire, nella preparazione di programmi per le trasmissioni dedicate ai malati (Quarto d’ora della serenità) a cui io ero incaricato di provvedere per la parte musicale.

 

[Felice Di Giandomenico – Fondo Luigi Novarese Causa di Beatificazione]