15 agosto 1952: a Lourdes presso la Grotta, nascono i Fratelli degli Ammalati

 

I Fratelli degli Ammalati nacquero davanti alla Grotta di Lourdes il 15 agosto 1952 alle ore 24, nella Solennità dell’Assunta. Due circostanze fecero particolarmente rilevare la necessità della presenza di persone sane accanto ai sofferenti con un impegno di collaborazione, indispensabile da un punto di vista tecnico: il primo Pellegrinaggio dei sacerdoti ammalati a Lourdes, svoltosi nel giugno precedente, e il primo corso di Esercizi Spirituali per ammalati che doveva svolgersi nel mese seguente (dal 9 al 15 settembre) ad Oropa.

L’aiuto che Mons. Novarese intravide nel “cireneo” del Vangelo, non poteva essere né improvvisato, né prezzolato, perché rispondesse alla vocazione e alla dignità dei sofferenti.

Mons. Novarese alla fine del 1952 scriveva: “I gruppi d’Avanguardia irretiranno tutto il mondo ai piedi della Vergine, mentre i Fratelli degli Ammalati sosterranno, come tanti “cirenei” il Cristo Mistico, che vive nei sofferenti per la salvezza della società” (L’Ancora, 1953, n. 1, p. 2).

Ed assegnava loro questo programma:

  1. avere dai sofferenti l’apporto della preghiera e dell’apostolato;
  2. rendere i sani consapevoli del debito di riconoscenza che li lega agli ammalati, silenziosi operai della società;
  3. ottenere dai sani l’aiuto materiale per l’attuazione delle diverse attività per la valorizzazione della sofferenza;
  4. adoperarsi per rendere il Santuario di Re la centrale internazionale della valorizzazione della sofferenza” (L’Ancora, 1953, n. 7-8, pp. 12-13).

Ma Mons. Novarese voleva che anche i Fratelli degli Ammalati si sentissero coinvolti, insieme ai sofferenti, dal programma dell’Immacolata: vita di grazia ed accettazione della croce. Come? Lo intuì nella considerazione della richiesta di preghiera e di penitenza della Madonna. Scriveva: “Il mondo non ne vuol sapere di penitenza, in perfetta antitesi con le parole di Gesù: Chi non abbraccia la propria croce e non mi segue, non può essere mio discepolo. La penitenza è necessaria per l’anima come l’ossigeno lo è per il corpo. La penitenza imposta da Dio all’umanità è il lavoro e il dolore. Santificare il lavoro e santificare la propria giornata di dolore, lunga o corta che sia, significa attuare tutta la penitenza per bilanciare i peccati che si commettono” (L’Ancora, 1956, n. 7, pp. 3-4) La penitenza del dolore è dei malati, la penitenza del lavoro è dei fratelli sani, ai quali comunque non mancano neppure le croci morali, familiari, sociali. Giovanni XXIII il 19 marzo 1959 autenticherà questo significato della “penitenza” richiesta dalla Madonna. Dalle circostanze straordinarie del Pellegrinaggio e del Corso di Esercizi Spirituali fu spontaneo passare all’apostolato ordinario degli ammalati, soprattutto attraverso l’attività dei Gruppi d’Avanguardia. Di qui il dinamismo dell’apostolato espresso nel programma: “la conquista dell’ammalato per mezzo dell’ammalato con la collaborazione del fratello sano”.

 

[Fonte: Summarium super dubio – Causa di Beatificazione Mons. Luigi Novarese]