#free2pray è l’hashtag lanciato dalla Conferenza episcopale italiana dal suo account Twitter (@UCSCEI) per invitare a condividere “testimonianze e storie, dai diversi Paesi” – “racconti di fede e di amore estremo, eventi di condivisione, fatti di carità” – dei “martiri nostri contemporanei”.
La Cei ha infatti proposto di “dedicare, in Italia e in tutte le comunità del mondo che vorranno aderire, la prossima Veglia di Pentecoste, sabato 23 maggio 2015, ai martiri nostri contemporanei”. Da qui l’idea di lanciare un hashtag per raccontare storie e testimonianze dei “moltissimi cristiani” e degli “uomini di ogni confessione capaci di testimoniare l’amore a prezzo della vita”.
Questa testimonianza, spiega la Cei nel comunicato con cui annuncia la Veglia di preghiera, “non può passare sotto silenzio perché costituisce per tutti una ragione d’incoraggiamento al bene e di resistenza al male”. La tragedia dei “tanti cristiani” e delle “tante persone” i cui “diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa” vengono violati, ribadiscono i vescovi, “c’interroga profondamente e deve spingerci ad unirci, in Italia e nel mondo, in un grande gesto di preghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle”.
#free2pray, allora, non per cedere alla moda social del momento, ma per far sentire la vicinanza dell’amore nostro e delle nostre comunità ai tanti martiri, missionari e laici, di questi tempi.
#free2pray per esprimere commossa gratitudine per l’esempio d’intrepida fede di tanti cristiani perseguitati. “Oggi – ha detto più volte Papa Francesco – ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli”. E ancora: “Con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono”.
#free2pray perché abitare il continente digitale con uno stile responsabile, da testimoni, significa anche condividere, dare voce a chi non ha voce, non far passare sotto silenzio la persecuzione patita da tante persone solo a causa della loro fede.
#free2pray per dire grazie: il sangue dei martiri, diceva Tertulliano, è seme di nuovi cristiani! (ag.Sir)