Nel dopo Angelus il Papa ha ricordato le vittime dell’inondazione di tre giorni fa assieme ai loro familiari e a chi è stato danneggiato. Proseguono i soccorsi lungo il territorio devastato alla ricerca dei dispersi, anche la Caritas locale si è attivata.

Attesa, lacrime, solidarietà. Il groviglio di sentimenti e azioni quando una catastrofe sconvolge vite umane. Nelle Marche dove nella notte tra giovedì e venerdì scorsi un potentissimo nubifragio e un’alluvione hanno ucciso 11 persone e fatto due dispersi – tra cui un bambino di 8 anni, entrambi oggetto di ricerche da parte dei Vigili del fuoco – oltre un’infinità di sfollati, arriva per due volte in un giorno, a voce e per iscritto, la vicinanza del Papa.

Quello a voce è a mezzogiorno nel dopo Angelus, quando subito dopo gli appelli per la fine dei conflitti nel Caucaso e in Ucraina, Francesco si sofferma sul dramma che sta vivendo la regione italiana:

Desidero assicurare la mia preghiera per le popolazioni delle Marche colpite da una violenta inondazione. Prego per i defunti e per i loro familiari, per i feriti e per chi ha subito gravi danni. Il Signore dia forza a quella comunità!

I soccorsi

Comunità di persone che ha visto una vita inghiottita nel fango e che ora si aggrappa ai soccorsi e agli interventi più urgenti messi via via in campo. La Protezione civile ha stanziato 5 milioni di euro, mentre il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha disposto un contributo tra 400 e 900 euro per le famiglie che hanno avuto la casa danneggiata.

Anche la Chiesa locale attraverso la Caritas si è mobilitata in aiuto delle zone più colpite, con l’accoglienza degli sfollati che si sta allestendo tra le diocesi di Senigallia, Fano e Fabriano, sostenuta dalla fornitura di beni di prima necessità. Il maltempo ha concesso una tregua che ha permesso di riprendere le operazioni di sgombero e pulizia di abitazioni, negozi e uffici. Preoccupa una falla nell’argine destro del fiume Misa, esondato due giorni fa, che si è aperta all’altezza del quartiere di Borgo Molino, già inondato l’altro ieri.

Il Papa: al clima la stessa attenzione di Covid e guerra

La devastazione subita dalle Marche ripropone con drammatica evidenza la necessità degli interventi necessari a mettere in sicurezza i numerosi territori del Paese soggetti a criticità per un maltempo che sempre più spesso si scatena in forme sconosciute a queste latitudini. Un tema caro al Papa, tornato già all’inizio di questa giornata nell’intervista pubblicata sul numero di oggi del quotidiano “Il Mattino”. L’alluvione “che ha provocato lutti e rovine e dolore in tutto il Paese rappresenta – si legge fra l’altro – l’ulteriore conferma che la sfida del clima merita la stessa attenzione del Covid e della guerra”.