Se usiamo l’espressione “stare da soli” possiamo pensare ad un’opportunità per generare nuove energie, progetti, sviluppi. Se passiamo alla frase “restare da soli” tratteggiamo uno scenario velato di tristezza con la sensazione che si sia perduto qualcuno di prezioso ai nostri occhi. Ma quando nel nostro linguaggio entra la parola “solitudine” disegniamo un quadro malinconico che confina con, o addirittura entra in, una condizione patologica.

Così le grandi solitudini diventano il tema del seminario voluto dal Tavolo sulla salute mentale dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI per capire, prima ancora di fare e intervenire, di cosa si parli. Nato per la relazione, l’essere umano, si trova non poche volte in condizione di solitudine, al punto che la letteratura a più riprese lo descrive come un essere “solo” dalla nascita alla fine.

È dunque possibile tracciare linee e criteri per non cadere nella solitudine quando si rimane soli? Oppure quando ci si sente soli pur immersi in una folla che rimane anonima? Oppure quando non siamo più al centro dell’attenzione di tanti? Sensazioni, emozioni e sentimenti che non risparmiano nessuna fascia di età e nessuna attività lavorativa e sociale.

 

Scarica il programma e le indicazioni per la partecipazione

 

Con il gratuito patrocinio della Scint – Scuola di specializzazione in psicoterapia cognitivo interpersonale (Aut MIUR 2008)

 

ECM per medici e psicologi

 

La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento posti ma l’iscrizione è obbligatoria

Clicca sul link di seguito per iscriversi: Iscriviti online

 

 

[Fonte: Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della CEI]