Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato

Rupi Kaur è nata in una famiglia Sikh nel Punjab, in India. Emigrò in Canada con i suoi genitori quando aveva quattro anni. Per le sue difficoltà nel parlare inglese con gli altri bambini nella sua scuola, Kaur fu incoraggiata da sua madre a disegnare e dipingere. Iniziò a scrivere poesie per i compleanni dei suoi amici.

So che è difficile
So che è difficile
credimi
so che sembra che
non ci sia un domani
e che l’oggi sia il giorno
più difficile da passare
ma ti garantisco che lo passerai
passerà il dolore
come sempre
se gli dai tempo e glielo
permetti e allora lascialo andare
via piano
come una promessa infranta
lascia andare.

Commento
Una delle cose più terribili da vedere ed ascoltare… sono i maldestri tentativi di consolare chi soffre, sciorinando la litania dei luoghi comuni che proliferano in merito.
Senza com-passione del cuore… le parole risuonano del vuoto sottostante, facendo vibrare le corde della banalità. E magari dell’insofferenza, per chi le riceve.
Rupi Kaur ci dice cose semplicissime… ma vere. E per questo… capaci di posarsi sulle arsure e scottature della vita come rugiada: pressoché impalpabile… ma ristoratrice, almeno finché non evapora al calore sottostante!
Davanti ad ogni promessa od aspettativa di felicità infranta, lacerata dal peso della realtà… non aggrappiamoci a cocci o brandelli, che non fungono da salvagenti ma diventano pesante zavorra. Alziamo piuttosto gli occhi verso l’Alto, e apriamo le mani alla Grazia che sempre può pioverne: afferrandola, facendola nostra… potremo anche risollevarci dalla prostrazione che ci schiaccia verso terra. Sperimentando sprazzi di risurrezione.